Lo sposo è clandestino, matrimonio sospeso sulla porta del Comune
Gli agenti della Polizia Locale hanno intercettato la coppia prima che questa salisse nella sala delle celebrazioni. Lui è stato espulso
Era tutto pronto per il matrimonio, ma la cerimonia è saltata per l’intervento della Polizia Locale. È successo a Gallarate nella mattinata di ieri, martedì 30 giugno. Un cittadino marocchino e la sua promessa sposa italiana, incinta, avrebbero dovuto convolare a giuste nozze, ma gli agenti li hanno bloccati sul portone di Palazzo Borghi. Lui infatti è risultato essere clandestino in Italia, senza permesso di soggiorno, già arrestato in passato per inottemperanza ad un decreto di espulsione. Matrimonio sospeso dunque, ed espulsione per il cittadino marocchino, accompagnato dagli agenti dopo il riconoscimento fotografico di rito al centro di identificazione ed espulsione di Bologna. I due mancati coniugi avrebbero dovuto sposarsi qualche giorno fa: tutto era già fissato, ma un piccolo incidente bloccò i testimoni che non riuscirono ad arrivare a Palazzo Borghi. Le carte per il matrimonio, già pronte in sala giunta (il celebrante infatti non avrebbe potuto rifiutarsi di celebrare le nozze), sono così state archiviate. Per lo sposo espulso c’è uno spiraglio per il rientro in Italia: se il figlio che la promessa sposa porta in grembo verrà riconosciuto come suo potrà partire l’iter per il ricongiungimento famigliare. Questo però solo in un secondo momento. Per ora la realtà è quella di un matrimonio sospeso, dello sposo espulso e di una futura madre che aspetterà il figlio da sola.
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