Paolo, Luca e Andrea, una vita da sempre insieme
La tragedia della morte dei tre giovani coinvolti nell'incidente stradale di Buguggiate
Una passione comune per il calcio e una vita da sempre insieme all’oratorio. Paolo, Luca e Andrea si conoscevano da ragazzini e facevano parte di una bella compagnia. Quella di lunedì era stata una serata di festa come tante e stavolta l’occasione era il compleanno di Davide e poi via a gustarsi un panino in un locale a Gallarate.
La loro allegria si è infrantasull’autostrada a pochi chilometri da Varese. Il destino, il fato, la sfortuna. Ognuno, nei capannelli di amici e parenti fuori dal pronto soccorso, ha chiamato in modo diverso l’incontro con la morte di questi tre giovani cercando delle parole che dessero un senso alla tragedia.
Paolo Dal Fior, (nella foto a sinistra) con i suoi 23 anni, era il più grande dei tre. Laureato alla Bocconi stava ultimando anche la specializzazione e tra pochi mesi sarebbe partito per l’Erasmus.
Andrea Minonzio, (nella foto a destra) 22 anni, lavorava in uno studio a Mendrisio e intanto frequentava il terzo anno della facoltà di architettura.
Luca Vilardi, (nella foto a sinistra in basso) 21 anni, si era da poco diplomato all’Einaudi.
Un legame forte, da anni insieme in un gruppo dell’oratorio San Vittore di Varese. L’impegno sociale, lo studio, lo sport, le gite, le grigliate erano momenti che condividevano e la loro compagnia era tutta lì, fuori dall’ospedale ad aspettarli. Impietriti, increduli, si stringevano l’uno all’altro. Un abbraccio che ha coinvolto anche i diversi fratelli e sorelle dei tre giovani.
Il tam tam delle notizie si era diffuso in fretta perché gli altri due che viaggiavano in macchina con loro avevano subito avvisato i genitori dell’incidente. Da quel momento ogni attimo toglieva il respiro fino all’attesa in strada, fuori dall’ospedale, delle salme di Paolo, Andrea e Luca.
È difficile accettare l’idea che la morte si prenda tre ragazzi così giovani. Lo è tanto più pensando all’energia che trasmettevano tutte le persone presenti anche in un momento drammatico come quello dell’attesa. E forse è proprio lì, nella loro vitalità, nella loro voglia di vivere, nel ricordo che emergeva nei tanti racconti, che prende forza la domanda più terribile: perché?
Una domanda che non ha una risposta. O meglio, la risposta ognuno può trovarla per sé, dentro di sé.
Insieme al dolore di tante persone care, amici e parenti, Paolo, Andrea e Luca lasciano molto altro e su quella strada, a due passi dai loro corpi senza vita, la loro era una presenza che non si esaurisce certo con la morte.
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