Piccole imprese, il nemico è il credito che non rientra

Dal decalogo di richieste all'esodo in massa dal concto corrente auspicato su facebook. Ma c'è poco da scherzare: le piccole imprese varesine si attrezzano

«Ho costi per 100mila euro al mese, ne fatturo 25mila al mese e me ne pagano, effettivamente, 12.500. secondo te, quanto posso durare?» La domanda è di quelle che raggelano, e la riferisce il vicepresidente di Api Varese Candido Manzoni: «Questa questione me l’ha posta, in dialetto, il patron di una azienda storica e primaria nel suo settore quando gli ho chiesto come andava. Una di quelle che ne ha passate tante, ed è sempre rimasta ben salda in piedi. Ma di fronte a numeri come questi, cosa si può dire?»

Niente: solo prendere atto dell’ennesimo grido di dolore delle piccole imprese, che secondo un’indagine Api Lombardia vede calare fatturato e produzione nei primi mesi del 2009 e nel 90% dei casi.
Partendo da questi presupposti Api Varese, insieme alle sue consociate lombarde,  ha presentato oggi un decalogo (a dire il vero, un endecalogo, visto che ha undici punti) di richieste alle istituzioni. «Non tanto per creare nuovi ordini o far ripartire il mercato: quelli non ce li può dare nessuno, finchè non ce n’è. Ma almeno per metterci nelle condizioni di essere pronti, o perlomeno tentare di arrivarci, al momento in cui torneranno gli ordini» spiega il presidente Franco Colombo.

Tra le richieste da loro presentate ci sono la sospensione degli acconti fiscali («Che di fatto costringono le imprese a fare debiti per pagare un acconto rispetto a un reddito che non avranno e che verrà loro restituito, sempre che sopravvivano»), la restituzione dell’Iva per cassa anche per imprese al disopra dei 200mila euro di fatturato, lo sveltimento del pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione. E, anche, un pacchetto di richieste più bancarie: in particolare la richiesta di moratoria di Basilea 2 (il criterio di selezione al credito studiato dalle banche europee che nella situazione attuale vedrebbe negare credito – o concederlo a prezzi troppo alti – alla quasi totalità delle aziende) e il monitoraggio della soppressione della commissione di massimo scoperto, anche in forme indirette, e dei Tremonti bond, che dovrebbero essere finalizzati a politiche di sostegno al credito delle PMI «E invece servono solo a garanzia ulteriore dei crediti già erogati».

Perchè lo scoglio principale è ancora, a quanto sembra, la banca: benchè vere e proprie denuncie ancora non ve ne siano malgrado la possibilità di fare istanza al Prefetto in caso di rifiuti di concessione del credito, come già ha segnalato anche il Movimento Consumatori pochi giorni fa. «Una iniziativa che difficilmente viene presa singolarmente, perchè tra le piccole imprese c’è una sorta di sindrome di Stoccolma – spiega Franco Colombo – Se chi dà il credito, infatti, strangola, nello stesso tempo viene visto come l’unica ancora di salvezza. E non si denuncia la propria àncora».

Non sono della stessa opinione gli imprenditori di Impresecheresistono Lombardia, ormai catalogati come “Quelli di Ierago” che nel loro animatissimo gruppo su Facebook stanno studiando «Non appena verificato che non leda la libertà di alcuno, e che rispetti totalmente la legislazione vigente» una prmia iniziativa concreta: «L’esodo Biblico da Conto Corrente» in caso di rifiuto del credito ad una azienda, una sorta di siocpero boicottaggio alla banca se prende decisioni troppo restrittive. «Coinvolgendo nell’esodo tutte le Aziende di loro conoscenza, e con effetto domino tante altre ancora»

Una iniziativa che ha l’obiettivo di «Far riflettere i Vertici del Sistema Bancario Italiano e minare la convinzione di onnipotenza che non esitano (con le loro azioni a volte impunite) di sbatterci in faccia quasi quotidianamente».

Mentre dall’Associazione Artigiani rilancia e ricorda come «Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani si sono detti pronti alla costruzione di un accordo in materia di moratoria dei crediti alle imprese – spiega il direttore Marino Bergaamaschi in una nota – Un tema di particolare interesse per il sistema delle mpi, che costituisce larghissima parte del tessuto produttivo del nostro Paese e si confronta, oggi, con una difficilissima fase congiunturale e con persistenti problemi di accesso al credito».

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Pubblicato il 13 Luglio 2009
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