“Sono Unica e mi chiamano Emo”. Viaggio nelle tribù dei giovani varesini

Seduti per strada o col cocktail in mano, sullo skate o a piedi. I luoghi di incontro dei giovani e giovanissimi nella città giardino. Sono metallari,emo, punk, borghesotti, alternativi, tamarri, breaker, skater e gabber. E si raccontano

“Emo, metallari, punk, borghesotti, alternativi, tamarri, breaker, skater e gabber”: sono questi i gruppi nei quali si può identificare la maggior parte dei giovani della Varese di questi anni.
Diversi per lo stile, la musica, a volte per la politica, anche se su questo versante regna spesso l’indifferenza: sono i modi di essere dei ragazzi di oggi, quell’insieme di stili che i giovani danno per scontati e gli adulti a volte non capiscono o altre fanno finta di non vedere.
Alcuni arrivano da stili già consolidati nel tempo e, a volte, ne sono solo una pallida imitazione. Altri stili, soprattutto sull’onda dello sviluppo di internet, sono nati e si sono largamente diffusi nel giro di un decennio.
Fatto sta che si parla tanto di loro, li si classifica e spesso li si etichetta attraverso facili luoghi comuni. Ma il “tamarro” non è solo discoteca, il “punk” non è solo trasgressione delle regole, l’”emo” non solo autolesionismo. Le sfaccettature sono molteplici e il ritratto che ne emerge è quello di ragazzi che credono ancora in qualcosa, in quelle cose che spesso gli adulti non riescono più a comprendere.
Cercare paragoni tra le generazioni è insensato perché si vive in mondi completamente differenti. Si cerca sempre di capire ma l’unica cosa che serve veramente è scoprire, avere la curiosità di conoscere, senza esprimere giudizi, ricordandosi che i ragazzi di oggi sono pur sempre figli dei ragazzi di ieri.

EMO

La cultura emo deriva dall’ hardcore punk, più in particolare dalla scena musicale di Washington DC degli anni ‘80. Inizialmente chiamati “emotional hardcore”, hanno poi preferito il più facile “emocore”, quindi “emo”.
Comunemente ed erroneamente viene definita emo una persona autolesionista che è caratterizzata da un malessere interiore che si esprime principalmente attraverso internet. Gli emo, per intenderci, sono anche coloro che passano intere ore davanti allo specchio per sistemarsi i capelli e il trucco. Il loro è uno stile caratterizzato da lunghi ciuffi, che vanno a coprire buona parte del viso, trucco pesante e vestiti principalmente di colore viola o nero. Ma lasciamo la parola a una di loro per spiegarci meglio chi sono:
Come ti definisci?
Unica
Come ti definiscono gli altri?
Emo
Quali sono le caratteristiche che ti fanno entrare in questa categoria?
I vestiti scuri, il ciuffo che cade davanti agli occhi e il trucco pesante
Dove vi ritrovate il pomeriggio e la sera?

A casa di amici, ai giardini pubblici, al Politeama o dietro al teatro Apollonio
Quando siete in gruppo cosa fate?
Si parla delle nostre cose, ascoltiamo musica e fumiamo sigarette
Perché hai deciso di seguire questo modo di essere?
Non l’ho deciso ma mi sento di essere così e sono contenta di aver trovato altre persone come me
Credi ci siano pregiudizi verso il tuo gruppo?
Sì, tantissimi perché in un certo senso a volte ci classificano per ciò che non siamo
A parte la musica che accomuna ogni gruppo quali possono essere altri interessi?
Make-up, vestiti e moda
Ci puoi spiegare cosa significa emo?
Lo stile emo nasce dal posto punk e dall’ hardcore e non come tutti pensano dalla parola emotion. L’emo vero dovrebbe essere un nerd (persona dalla vita sociale quasi inesistente, comunemente chiamato “secchione”)
E’ un fenomeno che si è diffuso da poco e molto velocemente, secondo te perché?

E’ stato grazie ad internet e alle community. Internet infatti è uno strumento che collega tutto il mondo, ed è così che questo stile nato negli U.S.A è potuto arrivare fino a noi. Praticamente tutti gli emo hanno un loro blog dove pubblicano foto ed esternano le loro emozioni

TAMARRI
Nella società d’oggi viene considerato tamarro un ragazzo che ascolta un certo tipo di musica house e techno ed ama andare in discoteca. Portano spesso capelli alzati con gel e lacca, vestono con jeans e magliette, a volte anche comuni ma molto attillati.
Ecco cosa ci raccontano:
Come ti definisci?
Un ragazzo normale
Come ti definiscono gli altri?
Mah, dipende, truzzo o tamarro
Quali sono le caratteristiche che ti fanno entrare in questa categoria?
Il vestire e la musica
Dove vi ritrovate la sera e il pomeriggio?
Non abbiamo un posto fisso, nel pomeriggio giriamo in centro o andiamo ai giardini pubblici mentre la sera andiamo in discoteca o ci spostiamo da un locale all’altro
Quando siete in gruppo cosa fate?
Parliamo in generale, ascoltiamo la musica con i nostri cellulari e cerchiamo di rimorchiare.
Perché hai deciso di seguire questo modo di essere?
Perché mi è sempre piaciuto e i ragazzi più grandi con cui uscivo erano così
Credi ci siano pregiudizi verso il tuo gruppo?
Spesso capita che ci insultino ma solo i lerci (alternativi ndr). Comunque siccome siamo il gruppo più diffuso non tanto spesso però passiamo per il gruppo meno intelligente che pensa solo ad andare in disco
A parte la musica che accomuna il vostro gruppo quali possono essere gli altri interessi?
Le tipe, le macchine, i vestiti e gli accessori
Avete detto di essere lo stile più diffuso, secondo voi a cosa è dovuto?
Alla musica che ascoltiamo, l’house e l’andare in discoteca piace molto. Ti diverti e non pensi a niente.
Quale orientamento politico seguite?
Non ci interessa ma se proprio dobbiamo schierarci preferiamo la destra.

PUNK
I primi gruppi punk nascono negli anni ’70 nel Regno Unito e negli Stati Uniti per esprimere un disagio verso la società e tutto ciò essa imponeva. Dal genere musicale, espresso con suoni duri e parole dirette, nacque una vera e propria subcultura giovanile. A Varese il punk è poco diffuso, e non tutti i “superstiti” possono essere definiti veri punk, o almeno lo erano quelli delle origini.
Le inconfondibili creste, le catene, gli anfibi e l’immancabile birra li distinguono ancora, ma non si può dire lo stesso dello “spirito ribelle” che caratterizzava i ragazzi del ‘77.

Come ti definisci?
Sono punk e so di fare schifo
Come ti definiscono gli altri?
Punk
Quali sono le caratteristiche che ti fanno entrare in questa categoria?
La mia ideologia che è rispecchiata nell’anarchia
Dove vi ritrovate la sera e il pomeriggio?
In piazza San Vittore ma siccome sono uno dei pochi punkettoni rimasti spesso mi unisco ai metallari
Quando siete in gruppo cosa fate?
Parliamo della società che ci circonda e cerchiamo di trovare una soluzione per il nostro futuro
Perché hai deciso di seguire questo modo di essere?
E’ stata la mia famiglia ad avvicinarmi alla cultura punk, essendolo stati anche loro
Credi ci siano pregiudizi verso il tuo gruppo?

Cosa nel vostro modo di vestire rispecchia le vostre idee?
Il mio modo di vestire indica che io sono diverso da voi
A parte la musica che accomuna ogni gruppo quali possono essere gli altri interessi?
Tutto
Siete rimasti in pochi e lo stile con gli anni è mutato, pensi che stia sparendo il punk?
Sì, perché nessuno ha la stessa mentalità di una volta e i tempi sono cambiati perché i giovani non pensano più ai valori ma solo ad apparire
Comunque lo stile punk è radicalmente cambiato, violenza non è più la vostra parola d’ordine?
Violenza non è anarchia. Ci si può ribellare anche senza di essa. Ma comunque i punk non sono mai stati violenti ma usavano altre forme di ribellione.
Il punk spesso era accompagnato dal problema della droga. È un problema che c’è ancora?
Personalmente non mi drogo e neanche mi sembra lo facciano gli altri

BREAKER
Un breaker (o Breakdancer) è un semplice "ballerino" di breakdance, che non segue la cultura hip hop, ma ne pratica solo una disciplina (la breakdance). Inoltre quando è di fronte a una sfida egli diventa un "guerriero" e la componente aggressiva vale tanto quanto quella artistico\espressiva. Nei primi anni 70, l’essere breaker è stata l’evoluzione "non violenta" dell’essere membro di una gang. D’importazione statunitense questa cultura, insieme a quella dei rapper, si è diffusa in Italia solo negli ultimi anni. I modi di esprimersi sono diversi ma tutti i derivanti dalla cultura hip hop si fanno portatori dello stesso messaggio: il malessere dei bassifondi, delle persone che non hanno niente e non vengono ascoltate.
Come ti definisci?
Breaker
Come ti definiscono gli altri?
Breaker
Quali sono le caratteristiche che ti fanno entrare in questa categoria?
Non c’è una vera caratteristica, amo ballare e questo mi ha portato ad unirmi a questo gruppo
Dove vi ritrovate la sera e il pomeriggio?
La sera al pub Ninetynine e il pomeriggio dietro Zara
Quando siete in gruppo cosa fate?
Ci alleniamo nel ballo per piacere personale o in previsione di qualche contest (gara Ndr)
Perché hai deciso di seguire questo modo di essere?
Perché ascoltavo il rap e mi piace ballare
Credi che ci siano pregiudizi verso il tuo gruppo?
Certe volte le signore anziane che passano ci chiamano barboni altri al contrario ci fanno i complimenti
Cosa nel vostro modo di vestire rispecchia le vostre idee?
Vestiamo larghi perché la cultura hip hop ce lo insegna e per una comodità nel ballare, ma la maggior parte di noi si veste normalmente
Vi rispecchiate nelle canzoni che ascoltate?
Certe volte sì
Attraverso il ballo riuscite ad esprimere ciò che sentite?
Sì, infatti il ballo cambia molto a seconda dell’ umore e sono strettamente collegati. Quando ballo riesco sempre ad esprimere ciò che provo

"BORGHESOTTI"
I “borghesotti” sono i rappresentanti, o a volte cercano solo di apparirlo, del ceto medio-alto. Amano ascoltare house, andare in discoteca e all’immancabile appuntamento dell’aperitivo. Il loro nome varia a seconda della città: ad esempio a Milano vengono chiamati Sancarlini, dalla prestigiosa scuola San Carlo, mentre a Roma i Pariolini dal quartiere Parioli.
A Varese i borghesotti sono numerosi, basta fare un giro il sabato sera in Piazza Monte Grappa o in Corso Matteotti. Si distinguono nel modo di vestire, rigorosamente firmato e sempre alla moda, amano portare capi costosi.
Come ti definisci e come ti definiscono gli altri?
Gli altri dicono che sono pieno di soldi ma io credo non sia vero
Quali sono le caratteristiche che ti fanno rientrare in questa categoria?
Il modo in cui mi vesto
Dove vi ritrovate la sera e il pomeriggio?
Al Tenente, Bosisio, Piazza Monte Grappa per fare aperitivi.
Quando siete in gruppo cosa fate?
O ci sediamo a bere, o stiamo a parlare o andiamo per negozi. Ci divertiamo.
Perché hai deciso questo modo di essere?
Non seguo un modo di essere, sono me stesso e mi piace vestirmi bene, mi fa star bene
Credi ci siano pregiudizi verso il tuo gruppo?
Sì, come per ogni gruppo perché dicono che noi basiamo tutto sui soldi e che si ha paura che se non ci si veste in un determinato modo si viene esclusi, ma secondo me non è vero.
Quali sono gli altri interessi comuni a parte i vestiti?
Le ragazze, le moto e lo sport.
Secondo te è più importante essere o apparire?
Purtroppo per la massa è apparire ma per me è senza dubbio meglio essere
Allora perché spendere così tanto in vestiti?
Perché mi piace trattare bene me stesso, comprare cose che mi piacciano e che durino. Nei vestiti rispecchiamo quello che siamo

METALLARI

Con il termine metallaro si definiscono tutti gli appassionati sostenitori del Metal, inteso come stile di vita basato su un genere musicale. Capelli lunghi, vestiti stretti, accessori e borchie di ferro sono gli elementi distintivi del tipico metallaro. Lo stile di vita dei metalhead era agli inizi completamente basato sulla musica e sul seguire band, concerti e festival metal, mentre ora è spesso considerata un’attitudine e stile d’abbigliamento giovanile.
Come ti definisci?
Metallaro
Come ti definiscono gli altri?
Ex metallaro
Quali sono le caratteristiche che ti fanno rientrare in questa categoria?
Il genere musicale che ascolto e quando capita anche l’abbigliamento
Dove vi ritrovate la sera e il pomeriggio?
Di solito il pomeriggio in Piazza San Vittore o magari a Milano. La sera l’unico locale che si salva è l’ Explosion.
Quando siete in gruppo cosa fate?
Niente di particolare come qualsiasi altra persona parliamo, scherziamo e ci divertiamo tra noi
Perché hai deciso di seguire questo modo di essere?
Prevalentemente per il fatto di come sono stato cresciuto avendo un fratello che ascolta questo genere di musica, sono stato cresciuto con certe ideologie
Credi ci siano pregiudizi verso il tuo gruppo?
Beh i pregiudizi nascono bene o male in qualsiasi genere di gruppo
Cosa nel tuo modo di vestire rispecchia le vostre idee?
Di solito più che il vestiario il nostro modo di essere o i capelli lunghi
A parte la musica che accomuna ogni gruppo quali possono essere gli altri interessi?
I metallari mantengono un forte legame con la birra e il pogo
Il vostro colore rappresentativo è il nero e siete sempre pieni di borchie, per quale motivo?
Perché come stile musicale è cupo ma dipende dal genere, infatti il glam metal non rispecchia queste caratteristiche. Il metallaro è nato con la giacca di jeans non con il chiodo
Quando è nato il vostro stile e quale sentimento vuole esprimere?
Black Sabbat e Judas Priest sono i primi gruppi ad aver composto canzoni metal. Fin dagli anni ’70 ciò che il metal vuole esprimere cambia da genere a genere, infatti esistono gruppi che credono in Satana ed altri diciamo un po’ più tranquilli

ALTERNATIVI
La “comunità” degli alternativi comprende diversi generi come ad esempio hippie, raver, rastaman etc..che pur avendo stili diversi frequentano gli stessi ambienti. È sicuramente il gruppo più vario anche nel vestire, non c’è infatti un look fisso ma solo dei tratti generali come pantaloni larghi, vestiti abbastanza etnici, dread, piercing. Molti di loro si interessano di politica e sono schierati principalmente a sinistra. Sono volgarmente chiamati lerci dagli altri giovani varesini
Come ti definisci?
Se dovessi dare una definizione direi alternativo
Come ti definiscono gli altri?
Insulti a parte confermo ciò che ho già detto, alternativo
Quali sono le caratteristiche che ti fanno entrare in questa categoria?
Certamente il modo di vestire, di comportarmi, la cerchia di amici che mi circonda e la musica
Dove vi trovate la sera e il pomeriggio?
Il pomeriggio di solito lo passiamo ai giardini se c’è bel tempo altrimenti in Piazza o in centro con gli amici, la sera poi in un locale o in giro a muzzo
Quando sei in gruppo cosa fate?
Mah dipende dalle giornate, di solito chiacchieriamo, ascoltiamo musica, niente di particolare, si sta insieme e si sta bene
Perché hai deciso di seguire questo modo di essere?
Più che decidere di seguire questo modo di essere diciamo che mi ci sono semplicemente trovato dentro, non mi sono conformato, ho semplicemente scoperto di essere così e pian piano mi sono trovato circondato da gente che bene o male mi assomiglia.
Credi che ci siano pregiudizi verso il tuo gruppo?
Assolutamente, non è una cosa che si crede è esattamente così.
Cosa nel vostro modo di vestire e di portare i capelli rispecchia le vostre idee?
Bhe, questo è individuale, io per esempio porto i capelli rasta non tanto per moda quanto perché sono di filosofia Rastafari. Poi i vestiti possono essere una forma di ribellione per altri, non sto parlando per me perché è tutt’altro che così. Io insomma sono per il vestire come ti piace magari elegantemente, dove l’eleganza è acqua e sapone.
Ci puoi spiegare la filosofia Rastafari?
La filosofia Rastafari può essere anche intesa come religione, dipende, io la vivo come filosofia di vita. È una corrente del cristianesimo ortodosso copto dell’Etiopia, con radici anche nell’ebraismo. I suoi maggiori riferimenti sono l’autocontrollo e il rispetto senza poi divulgarmi in teologie dico semplicemente che si basa sull’astensione da droghe, da alcol e da qualsiasi eccesso morale ed etico
A parte la musica, che accomuna ogni gruppo, quali possono essere gli altri interessi?
Mah, gli altri interessi direi probabilmente il futuro. Bene o male tutti noi abbiamo idee per quanto diverse che comunque ci accomunano. Nel nostro gruppo è molto forte il concetto di società. Come ci sentiamo magari esclusi così tendiamo a formarne una nostra ideale e fare qualcosa per cambiare quella che ci sta intorno

SKATER
Lo skateboarding è uno sport molto popolare e diffuso che arriva dagli Stati Uniti. Nasce per permettere ai surfisti di esercitarsi anche quando il mare non è mosso. Grazie al suo spirito adrenalinico e al cercare di superare i limiti ha portato presto alla formazione di una vera e propria cultura skate. Numerosi ragazzi hanno così iniziato a skateare per le strade delle città. Scarpe larghe, pantaloni dal cavallo basso, capelli medio-lunghi sempre spettinati, cappellino in testa, gli skater si trovano presso skatepark o, in mancanza di essi, come a Varese,  (nella foto l’impianto sportivo di Lugano) improvvisano ostacoli da saltare, anche con cestini per la spazzatura o cartoni trovati per strada.
Come ti definisci?
Skater
Come i definiscono gli altri?
Skater
Quali sono le caratteristiche che ti fanno rientrare in questa categoria?
L’abbigliamento molto largo e lo skate
Dove vi ritrovate la sera e il pomeriggio?
La sera al GS o al Kings Cross. Il pomeriggio in piazza San Vittore insieme ai metallari, in via Marconi o in via Como
Quando siete in gruppo cosa fate?
Giochiamo con il finger (piccolo skate usato con le dita), parliamo e ci divertiamo e naturalmente skateamo
Perché hai deciso di seguire questo modo di essere?
Perché mi trovo bene con la gente e mi è sempre piaciuto questo sport
Credi ci siano pregiudizi verso il tuo gruppo?
Sì perché ci sono giovani come i tamarri che non capiscono nulla. E poi veniamo spesso allontanati dalle strade dove ci ritroviamo per andare sullo skate perché ingombriamo e facciamo rumore
A parte lo skate quali sono gli interessi in comune?
La musica ( metal, rock e hip hop)
Non ci sono skate park a Varese. Vi piacerebbe averne uno?
Certo! Infatti negli anni passati abbiamo provato a raccogliere firme ma senza successo
Cosa rappresenta per voi lo skate?
Uno stile di vita e un compagno fedele.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 22 Luglio 2009
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