Todomondo: 4 indagati e sito oscurato
Sul portale del tour operator era ancora possibile eseguire alcune procedure per l'acquisto di pacchetti turistici. Dalla denuncia della Polaria di Malpensa scaturisce l'indagine per truffa in concorso
Il caso "Todomondo" finisce alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio che ha aperto un fascicolo per truffa plurima in concorso, avente oggetto la vendita di pacchetti vacanze non disponibili sul sito internet a carico di 4 persone che risultano indagate: Alessandro Scotti, amministratore delegato di Todomondo (rimosso dall’incarico da pochi giorni) e altre tre persone che fanno parte del management della società, ma sulle quali la Procura mantiene uno stretto riserbo. La denuncia è partita dalla Polaria di Malpensa a seguito delle numerose denunce pervenute al commissariato dell’aeroporto da qualche mese: si tratta di persone che hanno acquistato pacchetti turistici con Todomondo e, al rientro dal viaggio, hanno denunciato i gravi disservizi incontrati durante le vacanze. Il risultato più immediato della denuncia inoltrata alla Procura di Busto è la disposizione di chiusura del sito internet del tour operator (www.todomondo.it) da parte del sostituto procuratore incaricato Roberto Pirro in quanto questo sarebbe ancora attivo e sul quale è ancora possibile reperire informazioni sui pacchetti vacanze offerti.
La Procura ha disposto l’immediata chiusura anche perchè il sito è considerato ingannevole e sono rimaste inalterate le procedure per poter prenotare le vacanze tranne che nell’ultima schermata prima dell’acquisto nella quale si invita, a causa di problemi definiti "tecnici", a ricollegarsi dopo 24 ore senza nessun accenno alla situazione venutasi a creare nei giorni precedenti. O meglio, esiste nella home page un link ad un comunicato urgente in cui si comunica la sospensione delle attività ma non è abbastanza chiaro da distogliere un eventuale acquirente dal provare a prenotare un viaggio.
La Procura, su spinta della Polaria, ha acquisito anche documenti da Enac, Sea e Livingstone: le due società e l’ente nazionale dell’aviazione civile compaiono nell’inchiesta come parti lese, soprattutto Livingstone, compagnia aerea che potrebbe avanzare richieste per danni di immagine. Il sistema Todomondo, infatti, consisteva nel vendere prima i pacchetti per poi arrivare agli ultimi giorni prima delle partenze ad acquistare a prezzi bassissimi i posti in aerei che avevano ancora posti disponibili per la meta scelta dai vari clienti. Stesso discorso veniva fatto con le strutture ricettive nel luogo di arrivo. La tattica ha funzionato in alcuni casi ma in molti altri ha lasciato nelle situazioni più imprevedibili i turisti. con tale metodo il tour operator offriva pacchetti a costi bassissimi ma riusciva a guadagnare dalla politica del "last second", più che del last minute.
I fatti fino ad ora contestati ai 4 indagati per truffa in concorso riguardano la mancata presentazione diretta del passeggero ai banchi del vettore aereo, l’emissione di biglietti non autorizzati dal vettore aereo (voucher fasulli), la trasmissione al passeggero di biglietti con prenotazione non confermata, il mancato rispetto della normativa in tema di servizi all inclusive dovuto a modifiche unilaterali degli elementi, il mancato rispetto degli obblighi di informativa del passeggero e fraudolente comunicazioni al cliente sulle cause dei ritardi addossando la responsabilità al vettore aereo. La Procura sta eseguendo, inoltre, accertamenti patrimoniali e sta valutando la richiesta di fallimento.
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