Tutte le magagne del Comune ufficio per ufficio
La Voce della Città "fa le pulci" alla macchina comunale ricordando alcune croniche carenze e prende di mira le procedure di promozione interna del personale
Riceviamo e pubblichiamo
L’Amministrazione comunale di Busto Arsizio si rifà il trucco con la nuova dotazione organica del personale ma non affronta i problemi che sono alla base della cattiva gestione delle risorse umane a disposizione, costrette a lavorare senza motivazioni, in ambienti indecorosi, prive di guide organizzative degne di questo nome.
Un esempio per tutti: i Servizi Demografici. Un settore dell’attivita’ amministrativa, di particolare importanza e di impatto visivo straordinario per il cittadino, che presenta, invece, da diverso tempo, lacune logistiche ed organizzative preoccupanti nel piu completo disinteresse da parte degli Amministratori e Dirigenti interessati. Forse, a questi ultimi, sarà sfuggito (ma al cittadino-utente ciò non succede, perché ne sopportano le conseguenze!), ma diverse cose non vanno, anche sotto l’aspetto delle norme sulla sicurezza; in un settore di forte affluenza di pubblico, non esiste un bagno per invalidi, permangono da tempo pareti sporche in un degrado totale, mancanza di una segnalazione di distanza del pubblico per la privacy, dipendenti privi di postazione di lavoro, assenza di servizio di telecamera a circuito chiuso per la sicurezza di tutti, carenza della presenza di un responsabile fisso per ciascun ufficio e di un usciere per orientare il pubblico perle varie esigenze, ritardo inspiegabile per l’avvio dei servizio della carta d’identita’ elettronica, difetti nella sistemazione delle porte di sicurezza e relative uscite, mancanza di un carrello per disabili per l’accesso agli uffici demografici, ecc. Insomma, un interminabile elenco di gravi inadempienze a cui nessuno finora ha posto rimedio e che gettano nello sconforto non solo i cittadini-utenti ma gli stessi dipendenti che si vedono costretti ad operare in un ambiente da Paese sottosviluppato, con l’aggravante di dover subire, a volte con insulti e con l’intervento delle forze dell’Ordine, gli improperi di un pubblico esasperato.
Ovviamente, con buona pace di coloro che ritengono ingiusto che a pagare debbano essere, sempre e comunque, chi appartiene all’ultimo anello della catena! Che dire di ciò che avviene nei Settori Urbanistica e Lavori Pubblici? Anche qui ci troviamo di fronte ad attività a forte impatto con il pubblico ed anche qui l’Amministrazione comunale di Busto ne esce alquanto malconcia in un quadro davvero desolante! Ritardi ingiustificati nel ricevere risposte adeguate da parte dei cittadini e da parte di operatori e professionisti che già versano in situazioni di grosse difficoltà a causa della crisi in atto nel settore. Tuttavia,anche qui l’Amministrazione adotta la politica dello “struzzo”, ignorando l’enorme problema organizzativo e direzionale delle Strutture interessate e preoccupandosi soltanto di dare un’immagine distorta della realtà in modo da minimizzare i problemi con l’esaltazione di quelle poche e trascurabili iniziative adottate in questi anni. Purtroppo, l’elenco potrebbe continuare, ma ritengo non dilungarmi oltre; ma, per gli amanti della coerenza, vorrei che qualcuno illuminato mi fornisca spiegazioni a proposito de criteri adottati dal Comune per le selezioni interne per la copertura di posti vacanti. Lascia perplessi, ad esempio, come mai si consente il passaggio della cat C1 addirittura alla cat D3, con un salto a piè pari di ben 8 livelli intermedi, sapendo che le progressioni orizzontali, particolarmente nella carriera direttiva (cat. D), si ottengono con l’esperienza acquisita nella medesima cat. D per aver svolto funzioni equivalenti? La domanda nasce spontanea se si considera che nelle selezioni interne all’anzianità è stato assegnato un “peso” determinante del 50%! Può darsi che a pensar male si faccia peccato, ma quasi sempre ci si azzecca! E’ augurabile che non vi siano candidati in pectore, ma lo scenario che si appalesa con i criteri adottati per i passaggi interni non è per nulla tranquillizzante, almeno per coloro che credono ancora nella meritocrazia.
Audio Porfidio
Conisgliere comunale del Movimento “La Voce della Città”
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