Un asse arrugginito alla base dell’inferno di Viareggio, 17 i morti

La procura indaga a 360 gradi, si attende la conclusione del trasbordo del Gpl dalle cisterne. Un migliaio le persone fuori casa nelle tendopoli

Sono continuate per tutta la giornata e la notte di ieri le operazioni di soccorso della popolazione di Viareggio coinvolta nell´incidente causato dall’esplosione della ferrocisterna, che ha provocato il crollo di due palazzine.
Nel frattempo continua la conta dei morti che sono saliti a 17 . Oltre alle 14 vittime di martedì, si sono aggiunti i due bambini ricoverati a Firenze e a Roma e un uomo, deceduto nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Viareggio: era in condizioni gravissime. L’80% dei feriti, 26, sono ancora in condizioni gravissime.
Nel tardo pomeriggio del 30 giugno  – come è spiegato in un comunicato stampa ufficiale della protezione civile il nucleo Nbcr – Nucleare biologico chimico battereologico – dei Vigili del fuoco di Venezia ha iniziato il passaggio del gpl dalle 4 ferrocisterne ribaltate. Alle 06.00 di ieritre dei vagoni erano già completamente travasati.
Altre 4 vetture non interessate dall´esplosione e posizionate sui binari sono state allontanate senza ulteriori problemi.
Ieri, 1° luglio, sonoandate avanti tutto il giorno le operazioni sulle 5 ferrocisterne uscite dai binari, ma non capovolte, intanto già poste in sicurezza.
Nella serata del 30 giugno sono state assistite un migliaio di persone costrette ad allontanarsi dalla propria casa, di queste quasi 100 sono state ospitate in alberghi, campeggi e in un impianto sportivo della città mentre la maggior parte sono da parenti e amici. Le autorità locali hanno stimato che nel giro di 48-72 ore le persone potranno rientrare nelle proprie abitazioni. Il Comune sta lavorando per trovare una sistemazione in appartamenti ai circa 70 cittadini che hanno avuto la casa distrutta.

Intanto si indaga sull’asse del carro-cisterna che ha ceduto. Dalle immagini fornite ai media nel pomeriggio di ieri, dallo stesso Mario Moretti, ad di Trenitalia, le cause del cedimento potrebbero essere la ruggine e le fessure createsi nel tempo. La Procura di Lucca sta vagliando anche questa ipotesi. Una volta svuotate e rimosse le cisterne, in particolare, si potranno avere indicazioni utili a stabilire le cause della fuoriuscita del gas, che ha provocato l’esplosione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Luglio 2009
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