Parli di anziani e spuntano i minori. “Tagli? Nossignori, razionalizzazioni”
Resta questo uno dei punti dolenti dei servizi sociali: assistere i ragazzi è molto costoso. "Abbiamo dovuto ridurre le spese, quasi tutti i soggetti con cui cooperiamo sono stati disponibili". Il nodo delle disponibilità economiche viene al pettine
Sono stati davvero molti i temi toccati oggi alla Colonia Elioterapica nell’incontro organizzato da Auser con l’assessore Mario Crespi. Forse inevitabile, data la vastità dei compiti e degli impegni dei servizi sociali. Che boccheggiano di fronte alle spese, messe in luce impietosamente dall’assessore. Sorprendentemente ma non troppo, su richiesta degli stessi volontari Auser ci si è soffermati sui minori e sugli interventi sul capitolo relativo in sede di Piano di Zona – «razionalizzazioni, non tagli», replicherà Crespi alle domande incalzanti di una volontaria. Ma è un fatto che che qualche malumore queste riduzioni di spesa, con i conseguenti effetti, l’hanno causato.
Curioso che si sia finito a parlare di giovanissimi in mezzo agli anziani, ma tant’é: l’argomento servizi sociali è troppo rilevante per tacerne una parte fondamentale. Ed è sempre di questi giorni la notizia che servirà una “manovrina” di bilancio per recuperare mezzo milione di euro proprio per i servizi mirati ai minorenni. Con tre comunità e tre centri diurni che in città collaborano con il Comune sui minori, il servizio c’è ma non basta mai. Oltre 400 i minori seguiti a vario titolo, per tacere di singoli casi limite, o del pugno di minori egiziani non accompagnati giunti quest’inverno in città e "parcheggiati" ad alto costo per il contribuente presso comunità. A costare troppo («l’ira di Dio», parola di avvocato) erano e sono proprio i giovanissimi seguiti nei centri residenziali e diurni: Crespi, in accordo con il sindaco Farioli, ha convocato le parti e, parole sue, «quasi tutti ci hanno riservato un trattamento economico più favorevole, quasi tutti ci hanno dato una risposta favorevole, quasi tutti ci hanno detto: va bene, pagate meno per un servizio fatto meglio». Quasi tutti. Riguardo a quel quasi, Crespi ricorda alla stampa, se ce ne fosse bisogno, che si sa di cosa e di chi si parla. «Cinquanta euro al giorno per ognuno dei trentacinque minori che frequentavano tre-quattro ore il centro diurno. È giustificato?» Risultato: costi complessivi del servizio delle cooperative ridotti fino a un terzo, ma anche qualche elemento non secondario di scontento, che ci vorrà del tempo per sanare.
E la sensazione, adando al fondo della questione, ben oltre gli stretti confini delle casse comunali bustesi, che se è vero che esiste un indotto nel cosiddetto terzo settore, è altrettanto vero che non esiste un "mercato", sottoposto com’è a vincoli di natura essenzialmente politica. Come sono quelli sui conti delle amministrazioni locali, "blindate" ormai da anni anche a causa dei debiti accumulati dalle allegre gestioni, romane e non, di anni che molti hanno il cattivo gusto di rimpiangere, celebrandone gli infausti protagonisti, veri responsabili dei mali odierni.
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