Stucchi. “È una verità che non possiamo conoscere”
Il vicario episcopale è andato a confortare le famiglie Bergonzi e Dal Cero
Quello di Gornate Olona è stato un lungo pomeriggio anche per monsignor Luigi Stucchi che insieme a padre Ruggero, parroco di Gornate, è andato a trovare la famiglia di Marta Bergonzi, la moglie dell’omicida suicida. «Conoscevo questa famiglia quando ero a Tradate – dice Stucchi -. È un dolore così profondo e inatteso che dobbiamo rispettare e condividere. La verità dei fatti non tocca a noi cercarla, possiamo solo pregare e lasciare il resto a Dio».
Una famiglia distrutta dal dolore inatteso, appunto. «Maurizio Dal Cero, la moglie e i due figli non frequentavano la mia parrocchia – aggiunge don Ruggero – ma andavano a Castiglione Olona perché erano più comodi».
La disperazione degli amici e dei parenti è struggente. «I bambini, perché i bambini». Un’amica d’infanzia di Marta è incredula: «Perché l’ha fatto? Era così legato ai suoi figli, alla moglie. Non aveva mai dato segni di questa follia».
Il cartello sul cancelletto d’entrata della villa al civico 1 di via Biciccera ha lasciato molti dubbi. I disegni di un cane bulldog, di una pistola, di un coltello e di un fucile accompagnato dalla scritta “Attenti al cane, al padrone di casa e a tutta la famiglia”.«Non vi dovete sorprendere – dice una vicina – perché qualche tempo fa gli era entrata gente in casa».
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