“Mike era amareggiato con il figlio di Berlusconi”
Antonio Longo è stato per 25 anni il produttore televisivo di Mike Bongiorno. «Un giorn in uno stadio ad attenderlo c'erano 40 mila persone, meglio di una rock star»

Sia che si trattasse di un quiz, di un rebus o di un indovinello, per Mike Bongiorno cio’ che contava era la correttezza dello svolgimento della trasmissione. Rimarrà negli annali della storia della televisione lo svenimento della concorrente che era stata sorpresa a leggere in cabina le risposte al domandone finale su un bigliettino nascosto nel reggiseno. Come rimarranno nella storia le sue gaff piene di doppi sensi, come quella della signora Longari. «Per lui – spiega Longo – i concorrenti erano tutti uguali, valorizzava i personaggi ma non accettava compromessi da nessuno. E forse è per questo motivo che la gente lo amava, perché lo sentiva autentico. Tutte le sante domeniche prima di iniziare la trasmissione faceva il suo discorso al pubblico: “Mi raccomando siate sorridenti e non mettetevi le dita nel naso altrimenti il regista Mario Bianchi vi manda in onda”. Nelle piazze quando si registrava il “Giromike” c’erano anche 20 mila persone e non posso dimenticare quella volta allo stadio di Mazzara del Vallo dove ci aspettavano 40 mila persone, manco giocasse la nazionale di calcio».
Negli ultimi anni, la collaborazione con Rosario Fiorello sul fronte pubblicitario aveva stupito molti, soprattutto chi lo conosceva bene. «Mi ha scioccato vederlo recitare in quello spot – spiega l’ex produttore televisivo – perché Mike e Fiorello, quando quest’ultimo era un ragazzino, non andavano molto d’accordo. Del suo passaggio a Sky ne parlava poco, di certo era amareggiato per il comportamento del figlio di Berlusconi che non gli aveva rinnovato il contratto. E aveva ragione di esserlo, perché la fortuna di Mediaset è stato avere uno come Mike che in una sola serata ti faceva 11 milioni di telespettatori».
Negli ultimi anni, la collaborazione con Rosario Fiorello sul fronte pubblicitario aveva stupito molti, soprattutto chi lo conosceva bene. «Mi ha scioccato vederlo recitare in quello spot – spiega l’ex produttore televisivo – perché Mike e Fiorello, quando quest’ultimo era un ragazzino, non andavano molto d’accordo. Del suo passaggio a Sky ne parlava poco, di certo era amareggiato per il comportamento del figlio di Berlusconi che non gli aveva rinnovato il contratto. E aveva ragione di esserlo, perché la fortuna di Mediaset è stato avere uno come Mike che in una sola serata ti faceva 11 milioni di telespettatori».
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