Pedalare nelle città
Le ciclabili intorno ai laghi sono il vanto di Varese. Ma come vanno le cose nelle città? Viaggio a tappe per scoprire buoni e cattivi esempi nella nostra provincia
E adesso sappiamo che i ciclisti patentati sono uguali agli automobilisti: uguali nelle sanzioni, s’intende, multe e punti decurtati dalla patente. La novità è nel "pacchetto sicurezza": basta ciclisti sul marciapiede, se ne stiano in mezzo agli altri veicoli, che di spazio, tra un Suv e un camion, ce n’è in abbondanza. E non provino ad entrare nelle zone pedonali, chè quelle sono per i pedoni. Le bici sono veicoli, quindi stiano sulle strade, affrontino le megarotonde, si incolonnino ordinatamente lungo le strade a quattro corsie. Anzi, no: sulle piste ciclabili così numerose e all’avanguardia. La provincia di Varese vanta o no uno dei migliori sistemi ciclabili d’Italia? Il fiore all’occhiello sono le piste intorno ai laghi, ottime per la pedalata nel fine settimana. Ma nelle città come vanno le cose?
Siamo andati a vedere come se la cavano le città della nostra provincia. Abbiamo preso in considerazione le piste ciclabili esistenti o promesse e abbiamo anche dato un voto, mettendoci non nei panni dell’ ingegnere stradale, ma in quelli di chi ha scelto di usare la bici in città. Perchè spesso non ci si accorge degli errori, se non calcando la propria due ruote e mettendosi in marcia: si scoprono così piste che finiscono nel nulla e corsie riservate che terminano d’improvviso contro il cordolo del marciapiede.
Eppure la mobilità dolce rappresenta una sfida non solo per la qualità di vita, ma anche per l’efficienza: in città la bicicletta risulta spesso il mezzo più veloce, vincente rispetto all’automobile (tanto più se si tiene conto dei tempi di parcheggio). E sulle distanze più lunghe c’è l’intermodalità, l’integrazione con treni e autobus: in Germania il trasporto delle bici sui treni è gratuito, in molti Paesi, tra cui l’Italia, si paga un apposito biglietto o abbonamento. Ma importanti sono anche i parcheggi di interscambio nelle stazioni, per garantire un comodo passaggio da un mezzo all’altro e per… mettere al riparo da sgradite sorprese. «Piena integrazione della bicicletta nelle politiche di mobilità urbana», suggerisce l’Europa.
Abbiamo guardato dunque anche ai parcheggi di interscambio con i mezzi pubblici, importanti in un territorio caratterizzato da un forte pendolarismo verso la metropoli e verso i centri principali della provincia.
Spesso poi si solleva la questione culturale, denunciando l’assenza in Italia di una mentaIità favorevole alla bicicletta rispetto al resto d’Europa. Presenteremo quindi alcune esperienze significative realizzate in Italia (e in particolare in Lombardia) che possono rappresentare possibili "buone pratiche" da importare al nostro territorio.
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