Roaming riprende la sua corsa da Bologna
Con il progetto Cantieri gli artisti invitati trasformeranno gli spazi di neon>campobase in un reticolo permeabile e aperto, in continua messa in discussione e ridefinizione
Roaming riprende le proprie attività con un progetto pensato per l’apertura dopo la pausa estiva di neon>campobase giovedì 17 Settembre 2009 dalle ore 18. Come accade per ogni evento, la mostra approfondisce alcuni aspetti caratteristici del progetto. Cantieri sviluppa l’idea di mobilità e destrutturazione, attraverso l’immagine appunto di un cantiere paradossalmente precario.
Il cantiere è infatti “un tessuto strutturale, o un corpo – una struttura intermedia, capace di assemblare agglomerazioni eterogenee di spazio, programma e percorso. E’ in grado di assumere molte forme, nel senso che la struttura può cambiare adattandosi allo spazio a cui dà luogo, attraverso la modifica della rete, l’aumento dei punti di snodo, il cambiamento delle superfici dell’involucro o del riempimento.” (in Jesse Reiser and Nanako Umemoto: Recent Work, Columbia Documents of Architecture and Theory, 1997.)
Il cantiere è poi anche il luogo in cui l’opera vede la sua costruzione, capace di sintetizzare le fasi di preparazione e realizzazione, permettendo così di focalizzare il proprio interesse attorno alla processualità, le dinamiche di trasformazione e metamorfosi che caratterizzano, anche a livello più generale, gli appuntamenti di Roaming.
I progetti degli artisti invitati Bastiaan Arler, Ermanno Cristini, Giovanni Ferrario, Sergio Limonta, Fabio Sandri, Lidia Sanvito, Paolo Toffolutti rifletteranno dunque attorno a questi temi trasformando gli spazi di neon>campobase in un reticolo permeabile e aperto, in continua messa in discussione e ridefinizione.
ROAMING, da un’idea di Ermanno Cristini, è una serie di mostre, a cura di Alessandro Castiglioni, che durano solo il tempo dell’inaugurazione: dei flash che sopravvivono nel dito dei fotografi e poi galleggiano nella dimensione indistinta del web.
Localizzate in spazi fortemente conformativi e rappresentativi, per la loro presenza fisica e lo spessore della loro storia – immobili industriali dimessi e recuperati-, ma anche per la loro presenza simbolica -sedi istituzionali come il museo-, le mostre si caratterizzano per la rapidità e per le modalità di occupazione degli spazi.
Gli artisti cambiano secondo una catena di inviti che mette “sotto scacco” l’idea di un curatore. Nella successione degli inviti rimane un’ombra di indicibilità poiché l’affinità è tra chi invita chi, e un posto più in là si rompe. Si genera così un meccanismo di “caos” e di casualità nell’insieme eterogeneo, tenuto insieme dai singoli, con una sorta di “curatela velata”.
CANTIERI
Bastiaan Arler Ermanno Cristini Giovanni Ferrario
Sergio Limonta Fabio Sandri Lidia Sanvito Paolo Toffolutti
fotografia: Gianni Schicchi web: reboot
a cura di: Alessandro Castiglioni
neon>campobase, Via Zanardi 2/5, BOLOGNA
www.roaming-art.it www.neoncampobase.com
17 Settembre 2009 ore 18
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