Suona la campanella tra novità e proteste
Riparte l'anno scolastico per oltre 8 milioni di studenti. Presidi e sit-in di protesta sono stati organizzati in diverse città d’Italia contro i tagli. Il ministro Gelmini non ci sta e attacca
Tagli, carenze di personale e risorse scarse. La scuola che apre oggi i battenti si trova anche quest’anno ad affrontare una situazione delicata.
Il suono della campanella coincide infatti con proteste e manifestazioni contro la “scure Tremonti-Gelmini” alle quali il ministro dell’Istruzione ha risposto attraverso un’intervista al Corriere della Sera.
Presidi e sit-in sono stati organizzati in diverse città d’Italia, la maggior parte davanti al ministero dell’Istruzione. Tagli agli organici, classi con sempre più alunni, ritorno del maestro prevalente, accorpamenti delle sedi più piccole, decurtazione dei fondi destinati agli istituti, docenti sganciati dalle attività complementari per dedicarsi solo alle lezioni, sono le motivazioni alla base delle proteste.
Quello che appare chiaro è che sicuramente sarà un anno contrassegnato dalla politica dei risparmi e del rigore quello che, da oggi in 13 regioni, e poi man mano in tutte le altre, si apprestano a vivere 8 milioni di studenti ed oltre un milione tra docenti e lavoratori.
I fronti più caldi riguardano i tagli al personale. Solo a Varese, se si raffronta il dato lombardo e di alcune altre province, si vede che la nostra città ha registrato un taglio del 5,65% dei docenti, contro una media regionale del 4,35%, con punte minime come a Bergamo del 2,24% ma anche più elevate come a Como (-5,91%).
Il dato appare ancora più inspiegabile se si guarda al dato degli studenti che, anche quest’anno, è in crescita (+1400 alunni) per un totale di 126.500 studenti.
A preoccupare i genitori è soprattutto il cambio dei professori: è stato calcolato (Ansa) che in circa il 30% dei casi gli studenti avranno docenti ‘nuovi’; nelle scuole medie del Nord Est si è arrivati al 45%. In generale, la discontinuità didattica è più forte al nord e al centro: il 33,1% al Nord ovest; il 35,5% al Nord Est; il 31,5% al Centro; il 23,7% al sud; il 25,8% nelle isole. Alla scuola dell’infanzia si registra il 27,4%, in quella primaria il 27,4%, nella scuola media il 37,8%, nella scuola secondaria superiore il 31,8%. Il personale tecnico-amministrativo che si sposta ammonta a circa 100 mila unità.
Si discute in questo momento anche dei crediti dell’ora di religione: contribuiscono alla determinazione del credito scolastico? Secondo il Tar Lazio, che si è espresso ad agosto, no. Per il regolamento pubblicato poche settimane dopo dal ministero dell’Istruzione, invece, sì. Un chiarimento non è mai arrivato.
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