Arriva il derby e scatta l’ordinanza: “Allo Speroni non si mangia e non si beve”
Il provvedimento impone la chisura delle rivendite ambulanti di cibo e bevande nel raggio di due chilometri dallo stadio, dalle 12 alle 20 di domani, in occasione del derby del Ticino con il Novara
Domani, domenica 4 ottobre, alle 15 allo stadio Speroni va in scena per la prima divisione di Lega Calcio il classico derby del Ticino tra Pro Patria e Novara, ma per i tifosi tigrotti e i loro acerrimi rivali venuti di là dal Fiume Azzurro si prospetta una giornata degna del più stretto Ramadan: nel senso che non si beve e non si mangia. Questo il senso di un’ordinanza siglata dal sindaco Gigi Farioli che, recependo le preoccupazioni delle forze dell’ordine, e in particolare una nota giuntagli dal commissariato di Polizia, proibisce la vendita itinerante di cibi e bevande nel raggio di due chilometri dallo stadio, includendo quindi i territori comuni di Castellanza e Olgiate Olona, dalle ore 12 alle ore 20, pena "l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a lire quattrocentomila" (l’equivalente in euro, cioè), come da art. 650 del codice penale.
Queste le motivazioni, citate dal testo dell’ordinanza:
"1. l’evento richiamerà in città un elevato numero di tifosi;
2. la manifestazione evidenzia rilevanti condizioni di criticità riconducibili principalmente all’alta
rivalità sportiva esistente tra le due squadre, rivalità che potrebbe dare origine ad incidenti tra le
opposte tifoserie con forti ricadute sull’ordine pubblico;
3. al termine della partita la frequentazione dei bar della zona diventa un pretesto per sostare in
prossimità dello stadio ed in particolare in località “Buon Gesù”, intersezione stradale interessata dal
deflusso ed al transito di bus ed auto delle tifoserie ospiti, spesso teatro di scontri e tafferugli tra
facinorosi".
Quasi irrisoria l’avvertenza che avverso il provvedimento, disposto il 30 settembre ma colto solo nei giornis eguenti dagli interessati, può essere fatto ricorso al TAR "entro giorni 60" o al Presidente della Republica entro giorni 120.
Premesso che se la rivalità fosse davvero sportiva, non ci sarebbe bisogno di ordinanze simili, è chiaro che il provvedimento a molti non farà piacere. Può essere una perdita secca di introiti per alcune attività, neppure necessariamente vicinissime allo stadio; e di certo il grido di "fateci bere la nostra birretta" si è già udito. È stato invece considerato "assolutamente necessario ed urgente intervenire a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica" con un segnale forte. Detto fatto.
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