Dislessia, come riuscire a studiare superando le difficoltà
In Italia, il 4% della popolazione manifesta disturbi dell’apprendimento. Un convegno dell'Università dell'Insubria affronta il problema e le proposte per superarlo
Lunedì 26 ottobre 2009, alle ore 17.00, nell’aula 11 della Facoltà di Economia di via Montegeneroso, a Varese, si terrà la conferenza dal titolo “Come può essere così difficile studiare all’Università?”, ideata dal Servizio Disabili dell’Università dell’Insubria, in collaborazione con la Cattedra di Neuropsichiatria Infantile, Facoltà di Medicina e Chirurgia e l’Associazione Italiana Dislessia – A.I.D. Onlus.
La conferenza verterà sulle difficoltà che i soggetti dislessici incontrano durante le fasi del percorso di studio e costituirà l’occasione per presentarel’attivazione di un importante progetto di consulenza e assistenza agli studenti con disturbi specifici nell’apprendimento (DSA) presso il Servizio Disabili di Ateneo.
I disturbi specifici nell’apprendimento, tra i quali il più diffuso e noto è la dislessia, sono causati da un alterato funzionamento delle aree cerebrali, in soggetti per altri aspetti normali, durante lo svolgimento di attività quali la lettura, la scrittura e il calcolo, abilità che vengono portate a termine con lentezza e difficoltà.
In Italia, il 4% della popolazione (circa 1.500.000 di persone) manifesta disturbi dell’apprendimento; nella città di Varese, la percentuale dei soggetti dislessici non si discosta da quella nazionale. «Campagne di screening sono ormai condotte da molti anni nelle scuole di Varese per valutare l’aspetto epidemiologico del disturbo – spiega il professor Cristiano Termine, docente di neuropsichiatria all’Università dell’Insubria e dirigente medico presso l’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della “Fondazione Macchi” di Varese – Le rilevazioni indicano che, nel territorio varesino, quattro bambini su cento manifestano disturbi nell’apprendimento, confermando i dati di prevalenza nazionali».
Nel 2004, Il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha emanato una circolare (Prot. n 4099/A/4 del 05.10.2004) che invita le scuole elementari e superiori ad adottare strumenti di supporto, affinché i soggetti con disturbi specifici nell’apprendimento raggiungano risultati nella norma attraverso un percorso di studio specifico e strutturato.
«Ad oggi il legislatore non si e’ ancora occupato delle modalita’ di supporto durante gli studi universitari – spiega la dottoressa Francesca Zappa, psicopedagogista afferente al Servizio Disabili di Ateneo – I DSA non sono considerati un handicap possibile causa di invalidita’ e, di conseguenza, non costituiscono titolo per accedere di diritto a quanto previsto dalle norme per il diritto allo studio delle persone handicappate».
La Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità (CNUDD) ha incluso la dislessia tra i temi prioritari sui quali porre particolare attenzione negli Atenei, nell’ambito delle iniziative per l’integrazione e il supporto alla piena e completa partecipazione alla vita universitaria da parte degli studenti con disabilità.
L’Università dell’Insubria ha raccolto l’invito della CNUDD attivando, a partire dall’anno accademico 2009-2010, un progetto sperimentale dicounselling per studenti dislessici presso il Servizio Disabili di Ateneo, attraverso la Cattedra di Neuropsichiatria Infantile e il Centro interuniversitario di ricerca I.RI.D.E. (Istituto Ricerca Dislessia Evolutiva).
Si tratta di un progetto di consulenza e assistenza specialistica ad personam che mette a disposizione dello studente dislessico un team di esperti, durante tutte le fasi del percorso universitario, dagli esami di ammissione alla tesi di laurea, offrendo una serie di strumenti compensativi e dispensativi.
«Dato che la lentezza è una prerogativa del soggetto dislessico, durante le verifiche scritte, i ragazzi con disturbi nell’apprendimento potranno esseredispensati, d’intesa con il docente responsabile del corso, dal rispetto di un limite di tempo per terminare i test – continua la dottoressa Zappa – inoltre, per affrontare in maniera adeguata gli studi, è intenzione dell’Ateneo riuscire a garantire a tutti coloro che ne avranno reale necessità la possibilità di usare computer di sintesi vocale che consentono l’ascolto dei contenuti dei testi per gli esami, sostituendone la lettura».
Sono circa una decina gli studenti con disturbi specifici nell’apprendimento che si sono già rivolti al Servizio Disabili dell’Ateneo e si spera che l’attivazione di questo progetto incentivi altri soggetti dislessici ad intraprendere gli studi universitari, con la rinnovata consapevolezza che i risultati sono raggiungibili attraverso percorsi specifici delineati da esperti in materia.
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