Etica e innovazione: i valori della ricerca made in Italy

I professori Simoni e Bolis fanno il punto della situazione della ricerca: «Noi italiani siamo all'avanguardia ed è per questo che portiamo una tecnica e non solo un'idea in America"

«Ieri abbiamo visto ricostruire una trachea grazie alle cellule staminali del liquido amniotico. Siamo alla sperimentazione animale ma ormai vicini alla quasi certezza dell’applicabilità anche per l’uomo. Ci vorranno solo pochi anni»: l’entusiamo del professor Giuseppe Simoni all’inaugurazione del Biocell Center di Boston è grande. Venire a fare scuola qui, nella culla dell’innovazione, è un risultato per lui meritato. Simoni, infatti, lavora sulle staminali estratte dal liquido amniotico da ben trent’anni, sviluppando una tecnica sempre più sicura e affidabile. Mentre la ricerca si concentrava sulle cellule estratte dall’embrione, il suo centro sviluppava una via alternativa, che ora potrebbe dimostrarsi quella vincente.

 
Per Pierfrancesco Bolis, professore universitario dell’Insubria e primario all’ospedale di Circolo: «L’Internazionalizzazione del Biocell va nella direzione giusta. Per la prima volta nella storia un gruppo italiano porta qui una tecnica e non solo un’idea. Questo ha stupito anche il governatore Patrick Deval».

Ma perché sono così importanti le cellule staminali del liquido amniotico? «Le cellule staminali amniotiche sono le migliori che finora abbiamo scoperto», spiega Bolis, «Fino ad ora in Italia abbiamo fatto un’informazione nulla o sbagliata. Tutte le volte che si parla di genetica tanta gente si tira indietro. Un po’ come parlare di sesso nell’epoca della regina Vittoria. Va subito affermato che gestire le cellule del liquido amniotico non presennta problemi etici. Prelevare queste cellule non comporta alcun rischio nè per il feto nè per la mamma. Non si può chiedere a una donna di compiere l’amiocentesi solo per prelevare le cellule, ma ritengo che sia assolutamente etico informarla dell’opportunità qualora abbia già deciso di fare questo esame».

Nella valorizzazione dell’aspetto etico, quindi, c’è un fattore distintivo della politica del Biocell Center: «La conservazione di queste cellule non comporta alcun problema etico» spiega il primario, «Perché non hanno alcuna altra implicazione come invece esiste per le cellule dell’embrione».

Al momento, però, sono poche le donne che conoscono le opportunità offerte dalla conservazione delle cellule estratte dal liquido amniotico: «Non conoscono questa possibilità e credo che invece sia corretto proporre la conservazione delle cellule» spiega l’esperto, «In questo momento è la migliore opportunità perché a seguito dell’esame dell’ammiocentesi sono sufficienti pochi cc di liquido senza aver alcun altro problema. Va considerato che noi abbiamo sviluppato una tecnica quando ancora si credeva che le cellule migliori fossero quelle embrionali che come sappiamo generano tanti problemi anche di carattere etico».

Le promesse di questo settore, invece, sembrano vincenti: anche se ancora sperimentali, sono molte le terapie che si basano su questa risorsa, e in futuro potrebbero migliorare tante vite. Non solo in Italia, ma nel mondo.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 24 Ottobre 2009
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.