Golden Egg :«I nostri panini hanno 30 anni eppure sono freschi»
Abbiamo intervistato i gestori della paninoteca più amata dai varesini: votata dal 40% dei lettori, ha più di duemila fans su Facebook
Quando si parla di panini non c’è paragone che regga. La loro cucina ha sfamato intere generazioni e da trent’anni è meta di coloro che sono in cerca di un “pasto veloce”. Il Golden Egg, la storica paninoteca di via Avegno, ha aperto nel 1975 e, grazie alle sue ricette, non ha mai temuto confronti con i fast food americani o kebab turchi. Ancora oggi infatti, i varesini la preferiscono ai tanti locali del centro. Lo ha dimostrato il sondaggio di Varesenews, i tantissimi commenti dei lettori e la pagina“Golden Egg…Forever” di Facebook, dove la paninoteca ha più di duemila fans. Ma qual è il segreto di tanto successo?
«Il pane e la freschezza ma anche saper dosare bene gli ingredienti, qualità e quantità. Facciamo tutto al momento con buoni ingredienti» mi racconta Enrico, gestore del locale con Fulvio, Enrico, Teresa e Barbara. «Noi abbiamo rilevato il locale nel 1985 da Franco e Vladimiro e abbiamo mantenuto tutte le caratteristiche che già c’erano. I nostri panini Elbrus, Palmito, Special e Cosacco sono così da trent’anni».
L’orologio del Golden Egg segna le 19, mentre Fulvio e Enrico mi raccontano del locale inizia ad entrare gente. Guardano la lista dei panini ma la scelta è rapida, la maggior parte dei clienti sono degli affezionati e ordinano il «solito».
Negli anni infatti, solo pochi panini sono stati aggiunti al menù originale: «Abbiamo ampliato le proposte e alcune sono nate dalle richieste dei clienti, altre da associazioni che proviamo a fare. Il mio preferito rimane sempre il Golden Egg, è il meglio, è diverso da tutto ciò che puoi trovare» continua Fulvio appoggiato al suo bancone.
«Non abbiamo mai sentito la concorrenza. Anzi, da due o tre anni abbiamo aumentato i clienti, la gente sa che qui trova un buon rapporto tra qualità e prezzo. L’apertura del nuovo fast food non ci preoccupa, solitamente la gente va lì i primi due e tre giorni perché è una novità ma poi torna qui».
Un vero e proprio punto di riferimento per i varesini che porta con sé parte della storia di questa città e i suoi personaggi, come spiega Enrico: «Vengono spesso a pranzo i “Fichi d’India”, i giocatori del calcio e del basket di Varese, Zenga, Anastasi, Ramella. Viene spesso il senatore Paolo Rossi e, prima di andare a Roma, anche il ministro Bobo Maroni».
La quantità di pane consumata in una settimana è tantissima, il quintale si supera solo durante il sabato. I panini vanno dai mille ai trecento al giorno e, come racconta Fulvio sorridendo. «Potremmo mantenere un panificio, una rivendita di pane non consuma quello che consumiamo noi». In pochi minuti la fila è aumentata, Enrico e Fulvio devono tornare al loro lavoro. Come ultima curiosità svelano dove comprano il loro famoso pane: «al Panificio Famlanga di viale Belforte, i salumi da Carcano Tiziano, il bere da Dibe». Eppure imitarli sarebbe impossibile e Enrico garantisce: «finchè ci sarò io il locale rimarrà così».
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