I detenuti sono una “Banda a mano libera”

Un volume scritto dai carcerati della casa circondariale di Varese. Un progetto che parte da una premessa per niente scontata: mettere al centro l’uomo e la sua azione, seppur «invisibili» agli occhi dei più

L’hanno chiamato “Banda a mano libera”. Si tratta di un libro scritto dai detenuti della casa circondariale di Varese, curato da Ombretta Diaferia e pubblicato da Abrigliasciolta con il contributo del Ministero della Giustizia e di Coop Lombardia. È un progetto interessante perché parte da una premessa per niente scontata: mettere al centro l’uomo e la sua azione, seppur «invisibili» (come lo sono i detenuti) agli occhi dei più. «Abbiamo voluto raccogliere – spiegano nell’introduzione Gianfranco Mongelli, direttore del carcere di Varese, e Maria Mongiello, responsabile dell’area trattamentale – ciò che i ristretti hanno liberato durante i percorsi sulla forma espressiva del fare, osservare e raccontare, che abrigliasciolta conduce da anni. Le capacità fondamentali dell’uomo sono state attivate anche tra queste mura: mani, sguardi e voci hanno superato ogni aspettativa tanto da scegliere di riunire quel gruppo di ristretti, che ha goduto di mezzi e strumenti per comunicare con l’altro, sotto lo scherzoso titolo “Banda a mano libera”».
Attraverso l’azione della poesia e della pittura i detenuti si raccontano e raccontano il mondo filtrato dall’unico sguardo aperto che è quello dell’interiorità (la propria e quella egli altri). Non importa, come dice Sandro Sardella (pittore-poeta che ha curato una parte del volume) se l’architettura poetica non segue sempre i canoni o se i versi sono «sgrammaticati». Ciò che conta è il risultato di questa esperienza che ha un doppio valore, per chi sta dentro, ma soprattutto per chi sta fuori. I versi e le immagini di “Banda a mano libera” fanno riflettere su un punto dolente della condizione umana, sempre più incapace di fare, osservare e quindi raccontare. È soprattutto quest’ultimo punto che è entrato in crisi, perché soverchiato dalla frammentazione, dalla fluidità della società, dalla iperconnessione che non connette più nulla. I detenuti dei Miogni, invece, sono riusciti a raccontare e a connettersi con il mondo, valorizzando una condizione negativa.
I testi sono arricchiti dai disegni, essenziali nella linea e perfetti nel messaggio, di Ugo Pierri.

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La presentazione di “Banda a mano libera” si terrà giovedì 29 ottobre alle 14 nella Sala Affresco della Casa circondariale di Varese.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Ottobre 2009
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