“L’educazione dei cittadini ha evitato il secondo inceneritore”
Anni di polemiche sulla costruzione di un nuovo impianto in provincia, ma ora il piano rifiuti lo accantona grazie alla raccolta differenziata. Parla l'assessore Luca Marsico
La notizia più interessante del piano rifiuti appena approvato dalla giunta provinciale (in ritardo, però, e con qualche finanziamento perso), è proprio questa: hanno vinto gli strumenti alternativi per smaltire i rifiuti. Vale a dire, quelli chiesti a gran voce dai cittadini che hanno lottato contro la costruzione dell’impianto di Caronno Corbellaro, e che fecero le marce sulla provinciale di Castiglione Olona, i presìdi, le grigliate, le raccolte firme, per evitare il progetto della torcia al plasma, che negli anni Novanta venne presentata, per una breve stagione, come l’unica soluzione possibile. Ma come spesso accade, non ci sono soluzioni obbligate, e nel giro dieci anni la tecnologia e l’educazione civica hanno fatto il lavoro che la politica non pensava allora fosse possibile.
Il piano provinciale appena licenziato dalla giunta e che sarà approvato dal consiglio provinciale nel maggio 2010 fa previsioni fino al 2013. Stabilisce che la differenziata passi dal 55,4 attuale di smaltimento fino al 65%, con una riduzione globale del 3% della produzione di rifiuti. L’unico neo, dal punto di vista sociale, sta nel previsto aumento di conferimento ad Accam, che però andrà concordato con il comune di Busto Arsizio e con la società dei comuni Accam. Ma l’impianto ha in programma un revamping, cioè una ristrutturazione che prevede anche l’abbattimento degli inquinanti.
Attualmente, i rifiuti della provincia sono smaltiti per il 55,4% con la differenziata, il 19,9% va nella discarica di Gorla, 11,5 ad Accam, 4,9 alla rea di Dalmine (Aspem), 2,5 alla Tramonto di Vergiate, 5,5 altro.
La provincia di Varese sarà potenzialmente autosufficiente nello smaltimento come chiede la Regione, vuole dire che a regime ogni comune potrà decidere liberamente se smaltire sul territorio o fuori. Attualmente, per la mancanza di autosufficienza, lo smaltimento fuori provincia deve essere autorizzato attraverso una convenzione tre i due territori coinvolti. Curiosità: per avere l’autosufficienza certificata, ad esempio, la Provincia di Milano obbligherà (ma bisogna vedere se ci riuscirà) i comuni di Accam che sono in provincia di Milano e non portare più i rifiuti a Busto.
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