La storia di Giorgio Ambrosoli a Duemilalibri
Giovedì 22 ottobre alle ore 21 in Palazzo Broletto sarà presentato il libro di Umberto Ambrosoli “Qualunque cosa succeda”. Angelo Bruno Protasoni introdurrà e coordinerà il colloquio
Giovedì 22 ottobre alle ore 21 in Palazzo Broletto a Gallarate sarà presentato il libro di Umberto Ambrosoli “Qualunque cosa succeda”.
E’ la storia dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, assassinato per il suo impegno civile in difesa della legalità e delle istituzioni repubblicane.
La manifestazione è organizzata, nell’ambito della rassegna Duemilalibri, da Carù Libri e dalla Associazione Mazziniana Italiana con il patrocinio della amministrazione comunale di Gallarate.
Angelo Bruno Protasoni introdurrà e coordinerà il colloquio fra l’autore e il pubblico.
A trent’anni dall’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, il libro del figlio Umberto ripropone una storia di straordinario impegno civile, ancora attualissima.
Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, fu ucciso a Milano nella notte tra l’11 e il 12 luglio 1979.
Sullo sfondo del libro, la storia d’Italia in quel drammatico periodo: dopo il periodo delle leggi sui diritti civili gli anni di piombo del terrorismo e poi Michele Sindona, le oscure trame in Italia e in Vaticano, la P2, il progetto eversivo di Gelli.
Nell’indagare un sistema politico-finanziario corrotto e letale, Ambrosoli agiva in una situazione di isolamento e rischio di cui era ben consapevole. Come ha scritto Ugo La Malfa, “mezza Italia» («che poi — spiega l’autore — significa mezza Dc») si è mossa «in difesa» di Sindona”.
L’avvocato Giorgio Ambrosoli aveva scritto alla moglie: "Pagherò a caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese”.
Venne ucciso da un killer su mandato di Michele Sindona.
A ucciderlo fu William J. Aricò, un sicario fatto appositamente venire dall’America e pagato con 25.000 dollari in contanti ed un bonifico di altri 90.000 dollari su un conto bancario svizzero.
Nessuna autorità pubblica presenziò ai funerali, con l’eccezione della sola Banca d’Italia
Il racconto illumina il carattere esemplare delle scelte di Giorgio Ambrosoli e la sua coerenza agli ideali di libertà e responsabilità con una storia ancora straordinariamente attuale.
L’«eroe borghese», come l’ha definito Corrado Stajano, rivela in uno scritto alla moglie un presagio che è un testamento spirituale: «Qualunque cosa succeda tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali abbiamo creduto».
Umberto Ambrosoli nel suo libro esprime un fondato timore: “la società oggi non vede nella legalità e in chi la preserva un valore”. (…..) “ancora oggi sento un’omissione generalizzata. Chi è chiamato a responsabilità pubbliche non ha forze né motivazioni per confrontarsi con la sua storia. La mia sensazione è che nella sua interezza e complessità non sia stata raccolta dalla collettività”.
Nella sua prefazione, Carlo Azeglio Ciampi scrive, tra l’altro: “il libro che viene ora licenziato è un atto d’amore per il Padre, un attestato di incondizionata ammirazione per il professionista che obbedisce solo alla Legge, un tributo all’Uomo e al Cittadino, esempio altissimo di virtù civili. Il libro è tutto questo. Al di sopra di tutto c’è, a mio parere, la volontà di Umberto Ambrosoli di testimoniare – con la memoria di una vicenda personale, di una ferita insanabile – l’impegno "militante" per l’affermazione dei valori dell’onestà, dell’assunzione di responsabilità, dell’adempimento del dovere; della necessità di non tradire mai la propria coscienza”.
Umberto Ambrosoli, classe 1971, è avvocato penalista a Milano. È il più giovane dei tre figli di Giorgio Ambrosoli. Da anni è impegnato a valorizzare e attualizzare la storia del padre, partecipando a incontri nelle scuole di tutta Italia, a convegni e a iniziative pubbliche ed editoriali.
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