Le news più affidabili? “Si trovano sul web”
Segnali di cambiamento nella percezione del pubblico. Si attenuano le spaccature politiche sulla tv, percepita ormai come un'entità unica ("Raiset"). Crescono invece l'utilizzo e la fiducia nell'informazione online
Media tradizionali in crisi di credibilità, Rete in ascesa. Una finestra di opportunità per l’informazione sul Web? La domanda è legittima. Un sondaggio (i dati completi sono scaricabili dal sito di Demos & Pi) condotto da Demetra su un campione rappresentativo di 1337 persone di almeno 15 anni di età, di ogni parte d’Italia e classe sociale, conferma il dominio della televisione come principale mezzo di informazione, ma anche uno strisciante declino della fiducia nei maggiori telegiornali da parte di spettatori via via meno portati a credere all’istante a quanto viene detto loro, e più portati a porsi domande sul perchè e il percome delle notizie. Se nel novembre 2007 l’87% del campione si informava quotidianamente tramite la tv "classica", la percentuale ad ottobre 2009 resta dell’86,7%. Ci sono però importanti cambiamenti. Avanza la televisione satellitare o digitale terrestre, che arriva al 40,9% rispetto al 18,9%; cresce Internet, dal 24,8% di due anni fa al 38,2% di oggi.
Quanto all’esposizione televisiva, non sorprende che in proporzione chi guarda la tv più di 4 ore al giorno (ben il 18% della popolazione) sia tendenzialmente elettore del PdL, partito il cui fondatore ha tratto la propria forza proprio dal controllo della televisione privata e pubblica. Due contesti che dopo anni di berlusconismo appaiono ormai confusi agli occhi del campione del sondaggio, che "punisce" il TG1 di Minzolini, bersagliato di polemiche dopo aver glissato sull’affaire escort, con un calo del 5,4% di fiducia (63,6% contro il 69,0% di due nni fa). A perderci in misura minore sono anche Tg5 (-2,6%) e il Tg2 (-0,2%, dato in verità statisticamente non rilevante). In realtà la fiducia media nei telegiornali tecnicamente sale: guadagnano Studio Aperto (+5,2%), il Tg LA7 (+8,6%), e soprattutto RaiNews24 (+13,4%, frutto della diffusione della tv digitale e satellitare). Ma se si considera che TG1 e TG5 sono di gran lunga i telegiornali più seguiti, il dubbio che qualcosa si sia rotto nel rapporto fra mezzibusti e telespettatori diventa legittimo.
Il sociologo Ilvo Diamanti, in un articolato intervento sulle pagine di Repubblica, commentando i dati del sondaggio conclude che gli italiani hanno perso di vista ormai la distinzione fra tivù pubblica e privata: siamo al tempo di Raiset, o di Mediarai. Tant’è che sembramo smussarsi lentamente anche le nette differenze nel livello di fiducia verso le varie testate fra gli elettori dei due schieramenti. Con qualche "cambiamento in corso d’opera": mentre il TG1 era prima considerato leggermente più affidabile dall’elettore di centrosinistra, ora è il suo collega di centrodestra a trovarlo più di suo gradimento.
Fra gli elettori di diversi partiti appaiono invece enormi, a tratti, e forse frutto di un campione abbastanza piccolo da risaltarvi spiccatamente, le differenze in materia di fiducia verso i vari media. Quasi fosse il mezzo in sè ad essere affidabile, più che le persone che forniscono le informazioni. Internet è giudicato il media più credibile, in tema di informazione, soprattutto da chi sta a sinistra del PD, con il 69,8% e dall’Italia dei Valori (56,3%: effetto Grillo?); ma il 34,7% del campione generale condivide questo giudizio. Un dato che è una consacrazione. La tv resta al palo con il 24,5%, ovviamente quelli che più ci credono sono gli elettori di Berlusconi (34,3%). I quotidiani, che fra i giovani sotto i 25 anni e fra i meno istruiti non sono praticamente letti, sono femi al 19,8%.
Insomma, la televisione domina sempre il quadro ma il suo pubblico dà qualche segno di insofferenza. Nel frattempo la carta stampata segna il passo. Internet avanza invece a passo di carica, forte del consenso (e del contributo) dei giovani e delle forze "antisistema" – sinistra, "grillismo". Cambiamenti forti, segno dei tempi. Il "nuovo che avanza" ha successo proprio perchè dà la sensazione di sfuggire a controlli e contrapposizioni che hanno stancato il pubblico più smaliziato.
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