“Parlare correttamente in italiano per un dipendente pubblico è un dovere”
Il sindaco Candiani puntualizza quanto emerso in seguito alla polemica sull’osservazione fatta a un vigile che rispondeva al telefono
Ho letto l’articolo dal titolo “Accento meridionale al telefono, il sindaco leghista: Si parli in italiano". Devo rilevare che l’impostazione dell’articolo stesso porta a travisare in maniera significativa la realtà, in quanto nei fatti ho lamentato di avere ricevuto, come cittadino prima ancora che come sindaco, una risposta incomprensibile a una mia telefonata al comando di polizia locale da parte di un agente. A fronte di ciò ritengo fosse mio dovere, non in quanto sindaco leghista, ma in quanto sindaco, pretendere una risposta comprensibile a qualsiasi cittadino, al di là dell’origine geografica del dipendente comunale dall’altro capo del telefono.
Se poi l’occasione è buona per presentarla nella solita vecchia polemica forzata tra leghisti e “meridionali”, questa volta chi lo fa dimostra di aver la coda di paglia. Tanto più che il sottoscritto non ha preteso da chi ha risposto al telefono una risposta “meneghina”, ma semplicemente in lingua italiana. Ciò detto, ognuno è libero di pensarla come vuole. Ritengo tuttavia che il giudizio critico a priori nei confronti del sindaco “leghista”, come ho riscontrato dalla lettura dei commenti, sia figlio di preconcetti. Che nel giudizio di queste persone prevalgono rispetto al buon senso.
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