Taglio del nastro per l’asilo nido della caserma Mara

Presenti il nuovo capo di Stato maggiore dell'esercito, gen. Valotto, sindaci e autorità. La struttura già ospita 36 bambini, di cui due "civili" figli di solbiatesi, altri dei militari in servizio

Taglio del nastro per l’asilo nido interno alla caserma Mara di Solbiate Olona, sede del comando del corpo d’armata di reazione rapida NATO a guida italiana (NRDC-IT). Presente per l’occasione, certo insolita, il nuovo capo di stato maggiore dell’esercito, generale Giuseppe Valotto; con lui in rappresentanza del ministro La Russa, che all’ultimo momento non è potuto intervenire, c’era Marco Airaghi; presenti i sindaci di Solbiate Olona, Melis, di Cassano Magnago, Morniroli, di Busto Arsizio, Farioli, ed esponenti di giunta da Gorla Maggiore e Marnate.

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Inaugurato l’asilo nido in caserma 4 di 8

Bambini “con le stellette” dunque? Fino ad un certo punto. La nuova, moderna (e abbastanza costosa, 230.000 euro di lavori e 20.000 mensili di conduzione) struttura inaugurata oggi ospita anche piccoli di famiglie “civili” residenti a Solbiate (il 10% del totale), oltre ai figli del personale militare che ne fa richiesta. Anche quello straniero delle 15 nazioni che forniscono il personale del comando. L’integrazione con il territorio è insomma garantita, tanto più che a gestire l’asilo è La Chiocciola che già gestisce un’analoga struttura, “civile" però, in quel di Gorla Minore. Lo conferma anche la direttrice Serena Merenda: mentre lei fa part-time con Gorla, sul posto restano sempre otto educatrici coordinate da Sabrina Lomazzi per seguire i bambini. All’interno tutto quanto può servire per i 40 piccini da 3 mesi a 3 anni (per ora sono 36 "soldatini" e due "civili") che la struttura può ospitare: giochi in abbondanza, comodi lettini per un sonnellino, seggiole, tavolini e perfino il bagno tutto rigorosamente a misura di piccolo e nel rispetto delle ultime normative di sicurezza. Più loro, i protagonisti: in gran parte figli del personale della base, e quasi ci si chiede che società, e che esercito, troveranno di qui a quando i genitori saranno loro, questi piccoli che giocavano lanciandosi palle colorate, ignari di essere al centro di un piccola rivoluzione.
Mamme e papà con stellette e senza sono soddisfatti. “Una bella iniziativa, con personale molto professionale e attento. Poco da dire: qui in zona ci troviamo bene” fa la moglie di un ufficiale, “un’altra nostra figlia va a scuola alle Tommaseo di Busto Arsizio, siamo stati accolti al meglio”. “Felicissimi” un’altra coppia, stavolta di civili residenti a Solbiate: “eravamo in graduatoria e abbiamo avuto la possibilità di inserire nostro figlio qui”.

Fuori dal giardinetto pieno di giochi, una celebrazione molto ufficiale. Il generale Gian Marco Chiarini, comandante del corpo d’armata, saluta come un successo la realizzazione dell’asilo: “Un impegno importante, soprattutto a favore dei più giovani tra noi. Con piacere vediamo mamme e papà in divisa e non portare qui i loro figli. Anche noi che portiamo l’uniforme siamo cittadini come gli altri: essa non è una barriera, ma il simbolo del servizio alla Nazione”. L’integrazione territoriale fa un passo avanti con l’asilo, ma non è l’unico: presto si riaprirà una linea di bus fra la caserma e Busto Arsizio, come quando la Ugo Mara rigurgitava di “burbe” di leva pronte alla libera uscita.

“Una lieta occasione, una splendida struttura”: così il sindaco di Solbiate Olona Luigi Melis. “La Ugo Mara è sempre in prima linea per il peacekeeping, ovunque nel mondo, e vi porta anche il nome del nostro paese”.
Il generale Valotto concordava: “questo corpo d’armata è un modello e un punto di riferimento fin dalla sua creazione otto anni fa”. E sempre otto sono gli anni che Valotto ha trascorso in questa zona quando era in servizio a Legnano. Una tappa importante nei suoi 21 anni di esperienze di comando, che gli ha lasciato un’ottima conoscenza di questi luoghi. “La caserma si arricchisce oggi di una perla” ha detto “perchè anche le infrastrutture militari devono poter essere vissute come luoghi di aggregazione, non privi di negozi, cinema, servizi”. Insomma: stop alle caserme-monastero. “Si vorrebbe poter dedicare più spazio a questo tipo di progetti, ogni iniziativa che agevola il nostro tesoro principale, l’elemento umano delle forze armate, è benvenuta”. Quando poi gli si chiede come affronterà l’alto incarico affidatogli, la guida dell’esercito, risponde che sulla base delle risorse disponibili e della sua conoscenza dello strumento militare nazionale, cercherà di attuare un programma di grande concretezza senza cercare soluzioni “faraoniche”. E’ noto che, anche in tempi di "guerre al terrore", per la difesa c’è quel che c’è: quindi, avanti con prudenza, e un occhio attento alle missioni che portano il nome italiano nel mondo. Mentre il nostro esercito cambia volto e anche le donne, spesso e volentieri “figlie d’arte”, vi entrano, portandovi aria nuova – e qualche problema pratico a lungo snobbato, ma che ora a Solbiate Olona, come in altre due strutture a Roma e a Casarsa (Friuli) ha trovato risposta. Nel sorriso dei bambini, così stridente con l’immagine di una caserma.

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Pubblicato il 26 Ottobre 2009
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