Una gru vittima della burocrazia
Sulla gru abbandonata in un cantiere fermo parla Maria Angela Bianchi, sindaco di Induno. Che "subisce" un cantiere del ministero delle infrastrutture in disgrazia a causa di un fallimento
La gru abbandonata di Induno Olona è vittima, innanzitutto, della crisi e della burocrazia : è quello che emerge dalla conversazione con il sindaco di Induno Olona, sollecitata sulla questione sollevata dai lettori che abitano in quella zona.
«Il cantiere, in realtà, è del ministero delle infrastrutture, ed è fermo perché la ditta è fallita: una informazione che però ci hanno dato solo dopo nostra sollecitazione – spiega Maria Angela Bianchi – In effetti, sono fermi da parecchi mesi. Il provveditorato ci ha risposto prima che si trattava semplicemente di difficoltà della ditta appaltatrice. Pochi giorni fa ho contattato via fax il sottosegretario alle infrastrutture Mario Mantovani e poi sono riuscita a parlagli venerdì scorso, durante l’assemblea nazionale dei sindaci. E’ stato lui a confermarmi il fallimento della ditta, spiegandomi che aveva già sollecitato la ripresa dei lavori. A questo punto, con sollecitazioni che arrivano da più parti, penso che la situazione si debba sbloccare».
Secondo le sue stesse parole, la primo cittadino indunese è, come i suoi vicini di casa, un soggetto passivo della situazione: «Condivido assolutamente il disagio dei cittadini: tra l’altro io abito vicino a quel cantiere, e mi rendo conto quotidianamente della situazione. Anche le lamentele della piscina a cielo aperto sono giuste. La ditta responsabile di quel cantiere ha inoltre recintato non solo l’area di sua pertinenza ma anche l’area retrostante, che è comunale: ci è stata richiesta per qualche giorno per consentire lo spostamento della terra, poi però è rimasto tutto così, e sulla terra riportata nel terreno comunale sono cresciuti rovi e ambrosia. Purtroppo però la nostra parte è recintata e spostarla è per noi un onere notevole che non ci compete, perché tocca a chi è responsabile del cantiere accollarsi le spese e il lavoro legati alla rimozione della recinzione. Infine lungo la via Sangiorgio hanno ridotto fino ad annullarla un’area che era di parcheggio: un’altra opportunità che viene a mancare. E a causa di tutto questo anche il nostro parco giochi è in attesa: innanzitutto perche parte dell’area è recintata e poi perchè il piano di lottizzazione doveva partire ma non decolla. Se fosse stato disponibile però l’avremmo almeno tenuta in ordine».
Per quanto riguarda l’ingombrante e pericoloso attrezzo abbandonato a sé stesso, la decisione non è invece presa definitivamente: «Sulla gru ero disposta a fare subito una ordinanza di sgombero: i tecnici però mi hanno comunicato che in realtà non dovrebbe creare problemi, proprio perchè oscillante. Se fosse stata fissa, mi hanno spiegato, sarebbe stato peggio. Diciamo che a questo punto è una questione di tempistica: se chi dovrà subentrare alla ditta fallita è un soggetto già definito e pronto a ricominciare, non vale la pena di rimuoverla. Se invece la questione è destinata a durare altri mesi nell’incertezza, io all’ordinanza di sgombero procedo».
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