Video-shock ai medici: “Così è morta mia moglie”

Gli ultimi giorni di agonia della donna filmati e mandati ai medici che avrebbero diagnosticato una colica al posto di un tumore al rene. L'estremo gesto del marito che ha anche intentato causa all'ospedale

Le avevano diagnosticato una colica renale ma secondo il marito si sarebbe trattato, in realtà, di un tumore al rene. Gli ultimi giorni di vita della donna finiscono in un video realizzato dal marito stesso e spedito ai medici che avrebbero sbagliato la diagnosi all’ospedale di Legnano. La notizia, pubblicata dal quotidiano on-line di Repubblica, è di quelle che non passano inosservate per la potenza del gesto estremo compiuto dal marito, Daniele Truzzi.

Sua moglie, Piera Nebuloni, era stata ricoverata nel 2005 nel reparto di urologia dell’ospedale legnanese per una colica renale. Una volta guarita era stata mandata a casa. Venti mesi dopo cade in garage, il femore va in pezzi ma qualcosa non quadra: non è normale che ad una donna di 43 anni possa andare in frantumi un osso, non trattandosi di osteoporosi. Sempre all’ospedale di Legnano le fanno una Tac e si accorgono che la situazione è molto più grave del previsto; allora consigliano di portare la donna all’ospedale "Pini" di Milano. Lì, con un’ecografia all’addome eseguita nel gennaio del 2007, i medici si accorgono che ha un grosso tumore al rene e che la metastasi ha intaccato anche il femore.

L’uomo ottiene copia dei referti medici dell’ospedale di Legnano, li mostra a due periti che confermano che a quel punto le possibilità di salvare sua moglie sono molto flebili ma se il male fosse stato diagnosticato per tempo ci sarebbero state alte probabilità di poterla salvare. Insieme all’avvocato Monica Vavassori, Truzzi chiede la messa in mora dell’ospedale e, in un secondo momento, intenta anche una causa civile.

Ma Truzzi fa di più: filma gli ultimi tremendi giorni di agonia della moglie, ne mostra il peggioramento e l’impossibilità di alimentarsi da sola, monta il filmato con altre immagini di lei in salute, alla nascita del figlio che oggi ha 15 anni e ne confeziona un video che consegna ai medici che sbagliarono la diagnosi dicendo: «Adesso abbiate il coraggio di guardare queste immagini».

Carla Dotti, direttrice generale dell’Azienda Ospedaliera, conferma a Varesenews le parole già pronunciate al giornalista di Repubblica: «Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, sarà il tribunale a dire se hanno sbagliato – spiega Carla Dotti, il direttore generale dell’ospedale – mi sono interessata a questo caso molto doloroso, ho incontrato la signora e suo marito, gli siamo stati vicini nel lungo percorso che è durato fino al 2008, quando la donna era ancora ricoverata da noi. Purtroppo certe malattie sono subdole»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Ottobre 2009
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