Cucina creativa senza dimenticare la tradizione
Intervista a Matteo Pisciotta, chef del ristorante Luce a Villa Panza
Classe 1974, giovane chef alla continua ricerca di nuove tecniche culinarie senza dimenticare i piatti più tradizioni, Matteo Pisciotta è il “capo-brigata” del ristorante Luce, aperto al pubblico a Villa Panza dal 1 dicembre 2009.
Un punto di ristoro in una delle ville più belle di Varese, Luce si propone di offrire novità anche in campo culinario?
«Il mio concetto di ristorazione è a 360°, ovvero ridare alla parola ristorazione il senso più profondo della parola. Luce accoglierà i clienti in un luogo meraviglioso che per me è cornice ideale»
Matteo Pisciotta definisce la sua “cucina creativa d’avanguardia” dove anche il piatto più semplice può stupire.
Qual è il tuo piatto forte?
«A me piace la cucina semplice. E credo che se riesci a stupire con un uovo fritto sei sulla buona strada. La mia ricerca non preclude alcun ingrediente e tipo di lavorazione, ovviamente sempre con lo scopo di realizzare qualcosa di buono e piacevole al palato».
Il nome luce, ovviamente ricorda i capolavori della collezione Panza?
Non potevamo dimenticare il contesto in cui siamo. Luce dunque ci sembrava un nome semplice ma significativo. All’inizio l’idea era un altra che è diventato poi il titolo della degustazione particolare in menù».
Cosa troverà il pubblico?
«Il ristorante offrirà un servizio bristrot a pranzo, con piatti light e veloci, mentre la sera il ristorante avrà un servizio più attento e scrupoloso con un cucina di ricerca, senza dimenticare l’attenzione alla tradizione e ai piatti tipici».
Quanto si potrà spendere?
«Credo che la buona cucina non deve avere per forza prezzi inaccessibili. Il menù alla carta va da piatti da 9 a 22 euro. Si potrà mangiare anche una semplice spaghettata aglio, olio e peperoncino».
Da quante persone è composta la brigata?
«In cucina ci sono cinque cuochi più un pasticcere, due persone in sala in sommelier e metre».
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