I lavoratori Alfa: «Se Fiat chiude altri la seguiranno»
La paura dei lavoratori che hanno occupato nuovamente l'autostrada è l'effetto domino: «Noi lottiamo anche per gli altri»
Lo hanno fatto di nuovo, l’ultima volta il 3 novembre, hanno bloccato per oltre un’ora l’autostrada per riportare i riflettori sulla loro situazione i 230 operai dell’Alfa Romeo di Arese che dal 4 gennaio troveranno la sede del centro stile chiusa e tutto il lavoro trasferito a Torino. Non vogliono andarsene da Arese e lo hanno urlato forte ancora una volta, nonostante tutto sembra ormai inevitabile, a partire dal trasferimento per arrivare fino alla riconversione dell’area da 3 milioni di metri quadri. Corrado Delle Donne, dello Slai Cobas, rilancia: «Vogliamo cambiare le cose e vogliamo raccontare che questa fabbrica la Fiat non l’ha mai pagata ed è riuscita pure a venderla – denuncia il sindacalista – dietro questa operazione c’è la Ifil, società che gestisce il patrimonio degli Agnelli, tramite Luigi Arnaudi che gestisce l’immobiliare che ha in mano il pallino dell’area. Credo che la magistratura debba indagare su cosa sta accadendo in quest’area».
In sostanza i lavoratori dell’Alfa, oltre a chiedere di non spostare la sede del centro stile a Torino, cercano di difendere l’uso industriale dell’area che pare già essere destinata ad una parte di residenziale e una parte di commerciale: «Vogliono speculare due volte sulla pelle dei lavoratori e della gente che vive qui – spiega Mario Ricciardi, 32 anni di Alfa – vogliono costruire, con Brunelli di Iper, il più grande centro commerciale d’Europa e vogliono inserire in quest’area 1500 unità abitative. Solo il 33% dell’area resterebbe industriale, secondo i piani delle amministrazioni, delle società private e della Regione». Secondo Cobas e Cgil molti industriali della zona sono pronti a seguire Fiat sul modello Arese: «Se vincono qua chiunque vorrà speculare sulla crisi potrà farlo – conclude Ricciardi – in molti stanno aspettando solo il precedente».
La protesta di oggi non sarà l’ultima dei lavoratori Alfa di Arese e già per sabato l’appuntamento è a Rho con gli studenti, i ragazzi del centro sociale La Fornace e i lavoratori delle aziende di Rho: «Stiamo cercando di unire tutte le situazioni simili, vogliamo coinvolgere i lavoratori dell’Eutelia di Garbagnate Milanese e fare una grande manifestazione per dare un segnale forte di unitarietà della lotta – concludono i sindacalisti – qui è in gioco una società intera che è stata modellata sulla richiesta di manodopera industriale specializzata e non. Se crolla il sistema produttivo crolla un’intera realtà sociale».
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