“Raccontiamo l’anima della boxe”
Quasi terminato il nuovo documentario della Easter Production dedicato al mondo del pugilato con narratori eccellenti come Damiani, Oliva, Lauri e girato in tutta Italia

Nato dall’idea del regista Daniele Azzola, cosceneggiato con Alessandro Leone, prodotto da Gabriella Pedranti con la fotografia di Giorgio Ganzerli, le riprese sono state realizzate in palestre di tutta Italia: Varese, Formia, Roma, Assisi, Forlì, Milano, con il supporto logistico di Federazione e altri enti legati al mondo pugilistico italiano. “L’idea di indagare il mondo del pugilato da un punto di vista originale allettava Daniele da sempre – racconta Leone, collaboratore della sezione ragazzi del festival Cortisonici, oltre a essere regista, sceneggiatore e critico cinematografico -. A me, appassionato di sport, l’avventura di un documentario con un taglio sociologico non dispiaceva, convinto di rispettare la linea estetica e contenutistica di ogni nostro lavoro”.
Sulla lavorazione Leone spiega che “da sette mesi siamo impegnati nella realizzazione de La via del ring. Nel film non si racconta la vita di un campione o di una realtà locale. È piuttosto una storia corale composta da voci conosciute (Damiani, Oliva, Nati), da campioni in attività come Domenico Spada, Simona Galassi, Beppe Lauri, Silvio Branco, dilettanti nazionali come Picardi, Cammarelle, Russo, ma anche da allenatori, uomini d’angolo e tanti giovanissimi che si avvicinano al ring con speranze e aspettative”.
La via del ring, la cui peculiarità è quella di non mostrare mai un incontro, si propone di raccontare il pugilato, mettendo sullo stesso piano professionisti, dilettanti, campioni e appassionati, il ragazzino di periferia e il laureato che si preparano ai campionati regionali, con l’intento di metterne a fuoco l’alto valore formativo. “Il nostro obiettivo cerca la fatica e il sacrifico negli occhi e nei corpi in tensione degli atleti – aggiunge Leone -, che si preparano a salire, chi prima chi dopo, sul ring, a lanciare una sfida che trova se stessi prima dell’avversario. Da queste fondamenta abbiamo costruito riprese e interviste, nonchè quattro piccole vicende che corrono veloci sotto decine di volti, e segnano le tappe del boxeur come fossero le stagioni della vita. Nonostante le palestre nel filmato siano tante, centrale rimane la palestra del Panthers Lauri di Varese, davvero cinematografica per struttura. Tutti molto disponibili, ci hanno permesso di cogliere diversi aspetti della preparazione”.
Leone non è nuovo ad avventure di questo tipo. “Scrittura, regia, insegnamento, non sono "il fine" ma strumenti di ricerca finalizzati alla comprensione di quel che mi circonda, un linguaggio, se vogliamo, per stabilire relazioni, per mettermi in connessione con i diversi aspetti dell’esistenza – racconta -. Negli anni ’90 lo strumento erano enormi installazioni ambientali, non è detto che da domani non sia qualcos’altro. Per adesso il cinema predomina: dopo La via del ring, ci saràla sceneggiatura di Tre allegri ragazzi, prossimo lungo di Fabio Martina a cui collabora anche Massimo Donati, e che racconta il mondo della violenza giovanile”.
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