Spostare il monumento ai caduti equivale a snaturare la sua concezione”
Il capogruppo del Pd in consiglio comunale Luigia Puricelli interviene per criticare l’ipotesi di spostamento del monumento ai caduti proposta da alcuni elementi della maggioranza
Il capogruppo del Pd in consiglio comunale a Cassano Magnago Luigia Puricelli interviene per criticare l’ipotesi di spostamento del monumento ai caduti di Cassano Magnago proposta da alcuni elementi della maggioranza
Intervengo nel dibattito che da alcuni giorni è stato attivato a Cassano, relativo alla collocazione e alla valorizzazione del monumento ai caduti, non solo come consigliere del PD, ma anche – e in questo caso soprattutto – come ex insegnante e appassionata di storia locale.
Premesso che, stante la situazione attuale della “piaza d’ul monument”, il vero problema non è costituito dal posizionamento, ma dallo stato di conservazione del manufatto e dell’area circostante paurosamente degradata, ritengo che l’esprimere un parere in merito debba tener conto da un lato della storia locale e del periodo di allestimento dell’opera, e, dall’altro, del dibattito in atto sulla valorizzazione di via S. Giulio.
La realizzazione del monumento si inserì infatti nell’ottica della glorificazione della “grande guerra”, della “rimembranza” dei caduti, della celebrazione del “milite ignoto”, che caratterizzò gli anni del primo dopoguerra e della ricostruzione o ricreazione di un sentimento di unità nazionale che il fascismo volle e perseguì intensamente e in molti modi in ogni parte d’Italia: ne troviamo i segni, anche a Cassano, ad esempio, nel viale delle rimembranze o nella toponomastica con via IV novembre, via XXIV maggio…
La sua collocazione rispose cioè a criteri di patriottismo, di insegnamento e di ricordo e glorificazione. La “piaza dul monumént” infatti prospetta l’asse viario principale della Cassano di allora, in prossimità dello sbocco sullo stesso asse della strada da Soiano: solo qualche anno dopo sarebbe stato combinato il Rile e il traffico si sarebbe spostato sulla nuova via IV novembre.
In questo tratto erano presenti alcuni dei negozi da tutti frequentati: la farmacia del dott. Sempio, per lunghi anni l’unica del paese; la drogheria della Giosèe, fornitissima e dall’inconfondibile odore di legno e coloniali; la macelleria e la cartoleria nel palazzetto di fronte al monumento stesso…
E soprattutto, le scuole elementari, fino agli anni ’60 le uniche del paese: tutti i bambini vi sarebbero passati davanti; avrebbero col tempo familiarizzato con quella figura; avrebbero imparato un tratto di storia anche locale, attraverso i nomi dei caduti; avrebbero maturato quel patriottismo che aveva portato a completamento dell’unità nazionale: valori civili e sociali e culturali, che, retorica fascista a parte, sono senz’altro da coltivare e trasmettere anche oggi, ed anzi oggi ancor più!
Spostare il monumento equivale a snaturare la sua concezione e la sua realizzazione; estrapolarlo dal contesto in cui è stato pensato e voluto significa falsarne l’ottica storica. Il monumento deve restare dove l’hanno voluto i nostri genitori e i nostri nonni, perché questa scelta ha avuto una sua ragione, perché anche quella decisione fu ed è parte della nostra storia. E doppiamente mi meraviglio dell’appoggio a chi vuol spostare il monumento da parte della Lega Nord, che si proclama custode delle tradizioni e promotrice del nostro patrimonio! Che cosa ne pensa il “Senatùr” che come me e insieme a me è cresciuto in quelle quattro strade della nostra Cassano del secondo dopoguerra?
Ora, è evidente e improcrastinabile la necessità di una adeguata manutenzione e di un ripristino della piazza ad una fruizione sociale e culturale appropriata: ma ciò non comporta affatto lo spostamento, anzi ne richiede il mantenimento in loco,affinché appunto la piazza stessa riacquisti la sua veste e la sua funzione.
Dibattere del monumento in un’ottica meramente politica di contrapposizione tra schieramenti non giova certo al bene del nostro borgo: se un dibattito si deve aprire e una decisione si deve prendere, allora la si affidi a Cassanesi cultori di storia locale: non mancano persone preparate, appassionate, e prive di preconcetti e protagonismi assolutamente fuori luogo.
Personalmente, ritengo che anche questo dibattito sarebbe diversamente impostato e supportato se – come sostengo da tempo, ormai – si lavorasse alla ricostruzione e alla trasmissione di una memoria storica condivisa corretta, adeguatamente supportata da luoghi a ciò delegati.
Luigia Puricelli
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