Accusa derubricata per Fabio Lai
Il giovane residente a Busto Arsizio il 28 agosto scorso causò la morte di Giuseppe Fera colpendolo con un pugno: ad essere fatale non fu il olcpo, ma la caduta. Dovrà quindi rispondere di omicidio colposo
Non più omicidio intenzionale, ma colposo. L’autorità giudiziara elvetica, nella persona del procuratore pubblico Andrea Pagani, ha formulato, rivedendola, l’accusa per il rinvio a giudizio nei confronti di Fabio Lai. Il 28enne residente a Busto Arsizio la notte dello scorso 28 agosto a Lugano, dove lavorava e viveva gran parte della settimana, colpi con un pugno Giuseppe Fera detto "Giù Giù", al culmine di una lite. Fera cadde e picchiò la testa, riportando lesioni purtroppo irreversibili. Lai venne arrestato.
Decisivo il referto del medico legale: non fu il colpo in sè ad essere fatale, ma la sua conseguenza, la caduta. Lai è stato rinviato a giudizio: a giudicarlo non saranno però la corte delle Assise criminali svizzere, bensì quella delle Assise Correzionali, vista la derubricazione dell’accusa.
Secondo il sistema giudiziario vigente nel Canton Ticino, le Assise Correzionali sono composte di un giudice del Tribunale penale cantonale e di tre assessori-giurati (a questi ultimi l’accusato, con l’assenso del difensore e del Procuratore pubblico, può rinunciare). Esse giudicano i reati per i quali il Procuratore pubblico propone la pena della detenzione superiore a quindici giorni o la multa per un importo superiore a cinquemila franchi.
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