Il Natale dei miracolati di Borsano: «Senza casa ma tutti interi»
La famiglia Ponta avrà presto una casa popolare mentre la famiglia Sapia potrà rientrare nella propria abitazione tra un paio di settimane. Ecco come passeranno le festività
La famiglia Ponta avrà una casa, se non per Natale, per i primi del 2010. Il comune troverà una sistemazione ad Angela, suo marito e ai due figli nello stesso quartiere dove hanno vissuto fino al giorno della terribile esplosione. Era il 3 dicembre. Hanno le facce ancora provate da giorni difficili passati tra la casa dei parenti che li ospita a Lonate Pozzolo e la loro vecchia abitazione che presto verrà abbattuta. Anche stamattina, lunedì, erano a Borsano con il figlio: «Aspettiamo di sapere che sistemazione ci troveranno – racconta Angela – il comune ha detto che ci darà una casa popolare». Ma negli occhi del marito c’è amarezza: «Quella era la nostra casa – racconta – comprata col sudore di una vita di lavoro, non possiamo rientrarci e questo fa male». Ma la famiglia Ponta è consapevole che questo Natale due miracoli si sono già compiuti: il primo è l’essere sopravvissuti tutti a quella che poteva essere anche per loro una tragedia con lutto, il secondo miracolo è la pronta risposta dell’amministrazione che ha già trovato una sistemazione al nucleo familiare. Sarà un Natale diverso dagli altri con molti pensieri in più ma con la consapevolezza di potersi abbracciare tutti.
La famiglia Sapia, invece, potrà rientrare nella propria casa. Non oggi, però, e forse nemmeno per Natale. Dipende da quanto ci vorrà a mettere in sicurezza l’edificio. L’esplosione è stata forte e Antonio Sapia, questa mattina, era anche lui lì a guardare l’impresa al lavoro mentre puntella la parete che si affaccia sulla parte esplosa: «Sarebbe bello poter passare i giorni delle festività natalizie nella nostra casa – spera Antonio – anche se siamo coscienti del fatto che difficilmente riusciremo a tornare a casa in breve tempo. Gli operai stanno facendo un gran lavoro». Attorno al civico 9 di via San Pietro c’è molto movimento, i borsanesi continuano a sostare davanti al luogo del disastro e a commentare la vicenda. La notizia che i due tecnici dell’Agesp sono iscritti nel registro degli indagati ha fatto il giro del quartiere mentre altri tecnici della società del gas continuano a fare rilevazioni e carotaggi per capire lo stato della rete nella via dopo l’esplosione. Ora la prudenza è massima ma quella sera, dicono in molti, «tutta questa prudenza non c’è stata – commentano in molti – eravamo lì con loro (i due tecnici, ndr) e non hanno chiamato i Vigili del Fuoco. Hanno chiamato un loro superiore che ha detto loro di tornare indietro e non chiamare i pompieri» – racconta Antonio Sapia, aggiungendo un nuovo tassello alla cronistoria di quella sera che conclude – «la loro tranquillità ci ha fatto cadere in fallo, potevamo chiamarli noi i Vigili del Fuoco e ora continuo a pensarci, tutto questo si sarebbe potuto evitare».
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