Poesie e tesi in dialetto, firmato Luciana Ruffinelli

La consigliera regionale della Lega Nord presenterà il suo libro al Museo del Tessile

La bellezza, la freschezza e la ricchezza dei dialetti della provincia di Varese in un libro da mettere sotto l’albero di Natale: s’intitola “Vègn chi balén – poesie e testi nei dialetti della Provincia di Varese” la raccolta curata dalla consigliere regionale bustocca della Lega Nord Luciana Ruffinelli e patrocinata dal Consiglio Regionale della Lombardia.

Un volume che, nel solco dei provvedimenti varati negli ultimi due anni dal Consiglio Regionale in materia di promozione e valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali, intende, sottolinea Luciana Ruffinelli, «uscire dal campo delle ipotesi e delle discussioni sulle origini e differenze dei dialetti varesini, per compiere un’opera di divulgazione dei nostri dialetti, considerati nella loro bellezza intrinseca, nella loro freschezza, nella molteplicità dei loro risultati». Dopo il tanto parlare che si è fatto nei mesi scorsi, soprattutto a proposito di dialetto nelle scuole, è ora di dare spazio agli autori dialettali e alla loro produzione di grande qualità.

I protagonisti di “Vègn chi balén” (il titolo riporta un’espressione colloquiale del dialetto bustocco) sono, senza distinzione, tutti i dialetti del Varesotto, che sono «tanti quasi quanti i campanili». Quello bosino del capoluogo, quelli dei laghi e delle prealpi, quelli della pianura e infine quello bustocco, peculiare per la sua origine ligure. Il volume è stato curato da Luciana Ruffinelli in collaborazione con il giornalista Andrea Aliverti. La presentazione ufficiale si terrà mercoledì 16 dicembre alle 21.00 al Museo del Tessile di via Volta a Busto Arsizio. Nel corso della serata interverranno alcuni autori dialettali le cui opere fanno parte del volume, come Ginetto Grilli e Mariolino Rimoldi, che proporranno alcune composizioni del loro vastissimo e apprezzatissimo repertorio. La partecipazione è aperta a tutti e al termine della serata il libro sarà omaggiato gratuitamente ai presenti.

«Dopo aver contribuito, con passione e convinzione, a due nuovi provvedimenti del Consiglio della Regione Lombardia a favore della cultura e delle tradizioni delle nostre terre – sostiene Luciana Ruffinelli – mi è parso utile diffonderne la conoscenza, dando qualche esempio della sfera culturale a cui si riferiscono. Il dialetto o – meglio – i dialetti lombardi vengono riconosciuti dal Consiglio come ricchezza da custodire e tramandare, vengono tutelati perché carichi di una storia importante, sia nei contenuti che nella loro stessa forma, che ci riporta indietro non solo nei secoli, ma addirittura nei millenni».

Nel volume, che non si propone tanto di essere un’antologia rappresentativa del meglio della produzione dialettale provinciale quanto piuttosto un “mattone” nella strada tracciata dal Consiglio Regionale per la valorizzazione dei dialetti, si trovano anche alcune “chicche” assolutamente da non perdere. Dallo scritto con cui il samaratese Ercole Ferrario (1816-1897) partecipò, nel 1875 in occasione del quinto centenario della morte del Boccaccio, alla traduzione in dialetto della IX novella della Prima Giornata del Decameron, insieme a scrittori di seicentocinquantuno dialetti italiani e di cinquantadue dialetti non italiani di minoranze etniche presenti in Italia. Alle traduzioni dialettali di opere letterarie famose come brani dell’Eneide in dialetto gallaratese (a cura di Giovanni Tenconi) o de I Fioretti di San Francesco e di Pinocchio in dialetto bustocco (tradotti rispettivamente da Bruno Grampa e Mariolino Rimoldi). E poi un poemetto in dialetto di Somma Lombardo che Pier Paolo Pasolini riportò nel suo “Canzoniere Italiano” o curiose testimonianze come la narrazione in dialetto gallaratese di un miracolo locale (l’apparizione della Madonna a Samarate) o il testo di una canzone di un gruppo musicale folk-rock (i Maltra B-Folk di Caidate) che si esprime nel dialetto dei paesi di collina del Medio Varesotto.

Un’assoluta varietà di espressioni che testimonia la ricchezza e la dignità letteraria dei nostri dialetti. I testi sono inframmezzati da alcuni saggi di esperti: il professor Augusto Marinoni, esimio studioso vinciano e filologo, Luigi Giavini, autore della grammatica e di molti testi sulle tradizioni e sul lavoro di Busto Arsizio, e Gianluigi Marcora, giornalista, scrittore, poeta e conoscitore impareggiabile della cultura bustocca. Saggi che offrono la giusta inquadratura e la premessa indispensabile ad una lettura non solo dilettevole, ma in grado di cogliere al meglio il valore antropologico e culturale del dialetto.

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Pubblicato il 14 Dicembre 2009
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