“Basta pannicelli caldi, serve un’authority dei trasporti”
Contro l'inquinamento da Pm10 Dario Balotta, di Legambiente, propone un coordinamento dei trasporti su tutta l'area intorno a Milano
Non bastano le targhe alterne e il blocco del traffico domenicale. Servono invece scelte concrete sul trasporto pubblico: è la posizione di Dario Balotta, specialista in trasporti di Legambiente.
Non c’è il miracolo dietro l’angolo. Per battere lo smog non bastano, anche se sono le benvenute nuove misure d’emergenza. I pannicelli caldi(targhe alterne, spicchi, mini-ecopass etc.) hanno caratterizzato il passato e hanno lasciato inalterato le cose. Le ferrovie svolgono un ruolo troppo marginale solo 350mila pendolari arrivano in città con il treno. Davvero pochi se si pensa che a Monaco con un passante e un’unica stazione centrale circolano 800mila pendolari al giorno. Le misure da studiare hanno tempi lunghi di applicazione. Prima va offerto un nuovo servizio pubblico in tutta l’area metropolitana e poi si chiede ai 900 mila pendolari che entrano a Milano in automobile di lasciarla a casa. Vanno anche potenziati i trasporti extraurbani di superficie tra hinterland e hinterland visto che la domanda di trasporto non è diretta solo verso il centro e sono almeno 400mila pendolari senza servizi di trasporto pubblico. Nessun governo locale europeo lascerebbe una programmazione dei servizi di trasporto come quella attuale, dove ATM, autolineee extraurbane e ferrovie tra loro non dialogano, non hanno strategie comuni. Basti pensare che non c’è ancora un biglietto unico valido per tutti i mezzi come in ogni città europea che si rispetti. Come non esiste un organismo di coordinamento (autority) della mobilità metropolitano, cioè una cabina di regia in uso in tutte le città del vecchio continente.
Non c’è il miracolo dietro l’angolo. Per battere lo smog non bastano, anche se sono le benvenute nuove misure d’emergenza. I pannicelli caldi(targhe alterne, spicchi, mini-ecopass etc.) hanno caratterizzato il passato e hanno lasciato inalterato le cose. Le ferrovie svolgono un ruolo troppo marginale solo 350mila pendolari arrivano in città con il treno. Davvero pochi se si pensa che a Monaco con un passante e un’unica stazione centrale circolano 800mila pendolari al giorno. Le misure da studiare hanno tempi lunghi di applicazione. Prima va offerto un nuovo servizio pubblico in tutta l’area metropolitana e poi si chiede ai 900 mila pendolari che entrano a Milano in automobile di lasciarla a casa. Vanno anche potenziati i trasporti extraurbani di superficie tra hinterland e hinterland visto che la domanda di trasporto non è diretta solo verso il centro e sono almeno 400mila pendolari senza servizi di trasporto pubblico. Nessun governo locale europeo lascerebbe una programmazione dei servizi di trasporto come quella attuale, dove ATM, autolineee extraurbane e ferrovie tra loro non dialogano, non hanno strategie comuni. Basti pensare che non c’è ancora un biglietto unico valido per tutti i mezzi come in ogni città europea che si rispetti. Come non esiste un organismo di coordinamento (autority) della mobilità metropolitano, cioè una cabina di regia in uso in tutte le città del vecchio continente.
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