Grillo alle regionali, ma non c’è già Di Pietro?
Chi è il più antiberlusconiano del reame? La lista "Lombardia 5 stelle" del comico è stata presentata sabato mentre i principali schieramenti si sono già assestati su Formigoni e Penati
E’ una domanda che si fanno in molti, e sabato scorso la scelta di presentare una lista, alle elezioni regionali lombarde, ispirata ai meet up di Beppe Grillo, l’ha rilanciata. Chi deve sostenere, l’elettore che non crede nella sinistra riformista, che non ama Berlusconi, non vuole l’inciucio, e chiede il rinnovamento, totale, della politica? La palla del più antiberlusconiano tra gli antiberlusconiani, negli ultimi mesi, sembrava passata da Beppe Grillo ad Antonio Di Pietro, l’ex magistrato di Mani Pulite, fondatore dell’Italia dei valori, indicato dai colonnelli del cavaliere come il capo del partito dell’odio, in combutta con le procure, Travaglio e soci. Un’investitura al contrario, che gli hanno concesso gli avversari dopo il ferimento del premier ad opera dello squilibrato Tartaglia.
Ma Beppe Grillo morde il freno, e ha chiesto di persona agli elettori lombardi il voto per una lista di suoi seguaci. Non ci sarà lui di persona, “Ho 62 anni sono già vecchio”, ma Vito Crimi, 36 anni, bresciano. Il programma? Sul sito Beppe Grillo.it, eccone un accenno, in riferimento agli attuali governanti lombardi, nessuno escluso: “Come può un milanese, un Varesotto o un bergamasco sano di mente e informato averli votati? E’ un mistero della Fede, esattamente come il viso di pelle da pesca dello psiconano pochi giorni dopo il lancio di Tartaglia. Cementocrazia, inceneritori, malattie e sanità privata”.
Toni violenti e deliranti, o parole sante? Dipende dai gusti, i meet up grillini ispirati alla partecipazione diretta si sono diffusi in tutta Italia ma almeno nella nostra provincia erano in fase un po’ calante, tranne a Busto Arsizio dove un gruppo molto attivo riprende con la videocamera ogni seduta del consiglio.
La lista si chiama “Lombardia 5 stelle”, ci sono anche due bustocchi. Se però l’elettore più arrabbiato volesse cercare altri candidati “antisistema” in questo momento deve un po’ di pazienza. Nella sinistra comunista o radicale ci sono manovre in corso e nulla è definitivo. Rifondazione comunista e Comunisti italiani, insieme hanno fatto una federazione che alle ultime elezioni si chiamava “Anticapitalista”. C’è poi Rizzo fuoriuscito con un gruppo che si chiama Sinistra popolare (che in Puglia ad esempio è contro Vendola e sostiene il candidato Pd Boccia), c’è poi il gruppo dei Vendoliani di Sinistra Ecologia e libertà, i Verdi da cui sono fuorusciti alcuni consiglieri regionali storici. Che faranno?
Si sono mossi in anticipo, e da tempo, i due schieramenti più importanti. Roberto Formigoni è già in piena campagna elettorale, il 10 febbraio, giorno di scioglimento del consiglio regionale, la sua candidatura sarà ufficializzata. Formigoni ha già in corso un giro della Lombardia soprattutto nelle opere fatte in questi anni: strade, autostrade, ospedali. E ha persino una radio sul web che porta il suo nome. Lo sosterrà anche l’Udc che in Lombardia sta con i berlusconiani. Il Pd ha scelto Filippo Penati, l’unico politico progressista che abbia vinto una campagna elettorale a Milano negli ultimi 20 anni, i cartelloni ritraggono una marcia di automobile dove al posto della sesta c’è il nome di penato. Il look è quello di sempre, concreto. La sua scelta non cambia. “Mai con Rifondazione, siamo diversi”. Ci sarà con lui anche Di Pietro. Si vota il 28 marzo.
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