Il legame tra ebrei e musulmani che sfida l’ignoranza
Nel Corano le radici del rispetto reciproco tra due comunità che oggi, divise da molto, sono unite anche dalla minaccia che viene dall'ostilità verso le minoranza
Quando il funzionario dello Yad Vashem gli chiese perché avesse nascosto gli ebrei dalla caccia all’uomo nazista, il vecchio musulmano albanese rispose senza indugio: «Perché lo dice il Corano». Sono sessanta i "Giusti delle nazioni" provenienti dall’Albania, paese a maggioranza musulmana che fu l’unico in Europa a difendere interamente la propria comunità ebraica e l’unico ad avere, alla fine della guerra, più ebrei di quanti L’episodio è stato ricordato, durante la serata inaugurale dell’evento dedicato ai Giusti dell’Islam, da Giorgio Bernardelli, curatore della mostra. «Un’opera nata e realizzata in pochi mesi, che ha avuto un successo clamoroso e ha attratto in particolare le scuole. Dove siamo passati abbiamo creato incontro».
A Gallarate gli organizzatori – le Acli provinciali di Varese e la comunità islamica locale – hanno
indubbiamente creato un’occasione preziosa: non solo per la presenza del Cardinal Martini, ma anche per il confronto tra due giovani rappresentanti delle comunità ebraica e islamica. «La mostra – ha esordito il giovane musulmano Ibrahim ‘abd an-Nur – riporta a galla quel che è sempre esistito nei secoli, ma di cui ci siamo dimenticati: la storia comune e il legame che unisce le comunità islamica ed ebraica». Un legame che ritorna nei versetti del Corano, un legame ben rappresentato dalla presenza, nella Sura 5 del libro sacro dell’Islam, della massima “Chi salva una vita salva il mondo intero”, rivelata ai «figli d’Israele». Ma bastano questi riferimenti a superare la lettura fondamentalista del Corano che spesso si fa da una parte e dall’altra? La realtà è infatti che in occidente molti attingono al Corano per dimostrare la violenza innata della religione musulmana (dimenticando la crudezza di certe pagine della Bibbia, che è libro sacro di ebrei e cristiani), la realtà è anche che tra i musulmani ci sono minoranze agguerrite e spesso sovrarappresentate, che leggono letteralmente le pagine rivelate da Allah al Profeta. La risposta, per Ibrahim, sta nello studio della parola rivelata, che indica la via spirituale come dimensione più profonda dell’Islam. E si comprende quanto importante possa essere un momento d’incontro come quello all’Aloisianum anche per la comunità islamica locale, fatta esclusivamente di stranieri, che mantiene aperta la porta del dialogo nonostante il clima ostile, a Gallarate come in Italia. «Noto rigurgiti preoccupanti di ostilità antislamica e antisemita» ha rilevato anche Daniele Nahum, giovane rappresentante della comunità ebraica di Milano, che ha sottolineato l’importanza della laicità come spazio di tutela e confronto paritario tra tutte le culture. Ma fuori, per le strade e nelle case dove rimbomba la voce della televisione, italiana o araba che sia, si respira tutt’altra aria e l’ignoranza domina ancora. I giusti e gli uomini di volontà riusciranno a far ascoltare la loro voce?

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