La lettera delle truccatrici Mediaset a Berlusconi
Ecco la versione integrale della lettera che le lavoratrici del reparto trucco, che sta per essere ceduto insieme alla sartoria, rivolgono al fondatore della loro azienda, oggi presidente del consiglio
Gentile Presidente,
siamo un gruppo di lavoratrici del reparto trucco di Mediaset. Molte di noi hanno condiviso con lei gli anni della fondazione del gruppo, delle sue reti e dei suoi programmi. Sono ancora oggi momenti che ricordiamo con emozione e con orgoglio.
Da allora abbiamo lavorato dietro le quinte, ma sempre con grande impegno alla crescita della azienda. In sala trucco, in studio, in esterna, il nostro contributo è sempre stato fondamentale per la riuscita delle produzioni. Show, fiction, informazione, programmi. In tutti i campi la nostra cura, creatività e passione sono state garanzia di qualità. L’eccellenza del nostro servizio è sempre stata riconosciuta ed apprezzata dentro e fuori Mediaset.
La filosofia che abbiamo potuto apprendere direttamente da Lei, ha sempre messo in primo piano la cura della immagine e la professionalità come chiave per raggiungere il successo.
Oggi, tuttavia, la decisione di cedere il ramo d’azienda in cui lavoriamo mette a rischio il nostro futuro e il capitale di esperienza e professionalità interne accumulato in decenni.
E’ una decisione che ci mortifica e che ci preoccupa profondamente.
Siamo e vogliamo restare parte di Mediaset.
Ci rivolgiamo a Lei, ben sapendo che da tempo è impegnato in superiori responsabilità, e lontano dalla gestione aziendale, perché riteniamo che la strada della espulsione dalle aziende delle risorse umane che ne hanno consentito lo sviluppo, in favore di soluzioni fragili e precarie, sia sbagliata e controproducente.
Oggi minaccia di danneggiare noi e la nostra azienda, ma pensiamo rappresenti una scorciatoia dannosa anche per le imprese, l’economia e la società italiana nel suo complesso.
Nel 2010 Canale5 compirà 30 anni. E’ un compleanno che vogliamo festeggiare ancora una volta con tutti coloro che sono stati la nostra famiglia professionale.
Confidiamo in Lei e nella sua sensibilità
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