Nuovo carcere, Mirabelli (PD): “mettiamo le carte in tavola”

"Non sono contrario a una nuova struttura" dice il consigliere comunale, "ma la proposta di Belforte non va bene. Dialoghiamo piuttosto con i Comuni circostanti"

Il Consiglio dei ministri ha approvato il Piano carceri proposto dal ministro della giustizia Alfano. Sul tema interviene, al livello locale degli effetti sulla situazione varesina della casa circondariale dei Miogni, il consigliere comunale del PD Fabrizio Mirabelli.

"Premesso che, personalmente, nutro una sana diffidenza nella politica degli annunci dell’attuale governo di centrodestra" scrive, "troppo spesso slegata dalle risorse effettivamente disponibili, è innegabile che, Varese, dove i Miogni sono ubicati in centro città, per giunta davanti ad una scuola elementare, debba valutare con estrema attenzione la possibilità di edificare una nuova struttura che sostituisca quella attuale la quale, ormai, è obsoleta. E’ evidente, tuttavia, che l’area su cui, eventualmente, dovesse sorgere la nuova struttura non potrebbe essere decisa dal ministero perché è di stretta competenza decisionale del Comune di Varese".

In proposito, osserva Mirabelli, "conviene ricordare che, in passato, la maggioranza di centrodestra che amministra da quasi venti anni il Comune di Varese aveva già scelto come ubicazione ideale di un eventuale nuovo carcere la zona dei Duni, nel rione di Bizzozzero, salvo, poi fare una precipitosa marcia indietro di fronte all’azione efficace dei consiglieri di opposizione sostenuti da centinaia di comuni cittadini che, proprio in quella zona, attendono la realizzazione di un parco".

"Ora" dichiara Mirabelli "pare che l’Amministrazione Fontana abbia messo gli occhi su una zona a Belforte, vicino alla valle della Bevera. Da parte mia, mi auguro che, anche in questo caso, ci siano i margini per un ripensamento visto che (e non mi pare un dettaglio trascurabile!), dalle colline sovrastanti, qualsiasi malintenzionato potrebbe facilmente guardare dentro al nuovo carcere per progettare eventuali evasioni di detenuti.
A mio modesto parere, occorrerebbe individuare un’area pianeggiante, facilmente accessibile, ubicata al confine tra la “piccola” Varese e la “grande” Varese comprensiva del capoluogo e dei Comuni limitrofi che, ormai, sono separati solo sulla carta".

"Perché è impossibile pensare" si chiede Mirabelli "di risolvere il problema dell’ubicazione del nuovo carcere tentando, una volta tanto, di fare dialogare il capoluogo con tutti questi Comuni?
Ci sono, poi, altre due questioni la cui soluzione considero addirittura preliminare ad ogni ragionamento circa l’eventuale ubicazione del nuovo carcere.
Oggi i “Miogni” sono un carcere mandamentale che dovrebbe ospitare circa 90 persone (in realtà ne ospitano 130) per reati sanzionati con pene inferiori ai 5 anni. Stupisce, pertanto, che il piano Alfano preveda una megastruttura con una popolazione carceraria di 450 persone ovvero ben cinque volte superiore a quella attuale. Quali garanzie ci può offrire il governo Berlusconi che anche l’eventuale nuovo carcere mantenga un carattere mandamentale?
La seconda questione riguarda il destino dell’area su cui sorgono i “Miogni”. Prudenza, infatti, consiglierebbe, di vincolarla ad un utilizzo esclusivamente pubblico per evitare qualsiasi tentazione di speculazione.
Non sono contrario all’idea di edificare un nuovo carcere che, peraltro, era stata portata avanti anche da Piero Fassino all’epoca in cui fu ministro della Giustizia. Credo sinceramente che Varese abbia bisogno di un carcere moderno e innovativo. Ma proprio per questo è giusto che tutti, compresa la Giunta Fontana, mettano subito le carte in tavola".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Gennaio 2010
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