Traffico di rifiuti, sentiti gli imprenditori: «Non sapevamo ci fosse anche lui»

Ascoltate anche le figure a capo delle imprese che hanno collaborato con le società guidate da Accarino. Presentate le istanze di scarcerazione da parte dei legali

Si sono conclusi ieri pomeriggio gli interrogatori dei dieci arrestati per l’operazione Replay che ha aperto uno squarcio sul traffico e lo smaltimento di rifiuti speciali che avveniva a Fagnano Olona e a capo del quale c’era Salvatore Accarino, già condannato per lo stesso reato e inquisito in un’inchiesta della dda sul riciclaggio di danaro per conto dei clan. Nell’ultima tornata di lunedì sono stati ascoltati gli imprenditori che collaboravano con le società riconducibili ad Accarino fino al punto da concedere un sub-appalto per la bonifica di un sito che lo stesso Accarino aveva inquinato.

Davanti al Gip Nicoletta Guerrero e al pm Sabrina Ditaranto sono sfilato Filippo Vicino, Antonio Fabrizio Marta e Roberto Doria. Tutti e tre hanno parlato agli inquirenti e hanno risposto a molte domande. Molti, comunque, i "non so" dietro il quale i titolari delle imprese si sono trincerati. Tutti sostengono di non sapere che dietro quelle aziende c’era un uomo che aveva già avuto guai con la giustizia per lo stesso motivo. La cosa sorprende per il semplice fatto che il nome di Accarino era conosciuto in tutta la Lombardia nel settore e non solo. A capo delle società che operavano in Valle, comunque, c’erano familiari di Salvatore con lo stesso cognome.

Al termine degli interrogatori di garanzia il giudice ha ricevuto anche le istanze di scarcerazione avanzate dalle difese dei dieci arrestati. Per Accarino c’è anche una richiesta al tribunale del Riesame di Varese per il dissequestro dell’azienda.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Gennaio 2010
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