Verifiche sulla Tarsu, piovono cartelle esattoriali
E' partita da Sacconago la campagna di recupero delle tasse sui rifiuti evase assicurando che non vi sono cartelle pazze. Corrado (Prc) chiede assistenza per gli anziani mentre Berteotti (Pd) sottolinea le incongruenze burocratiche
Pioggia di cartelle esattoriali sui cittadini bustocchi in questo inizio d’anno. Quartiere per quartiere stanno arrivando gli accertamenti sul pagamento della Tarsu, la tassa sui rifiuti che si paga annualmente al Comune e che spesso è la più evasa (volutamente o no) dai cittadini. C’è già chi parla di cartelle pazze anche se l’assessore al bilancio Giovanni crespi rassicura che per le cartelle superiori a 500 euro l’ufficio tributi sta tenendo gli occhi aperti perchè non ci siano richieste assurde. Primo quartiere ad essere colpito dalla scure dei controlli è Sacconago dove le richieste di pagamento vanno dalle poche centinaia di euro a 5000. Il consigliere di Rifondazione Comunista Antonio Corrado (foto a destra) chiede che i cittadini, soprattutto i più anziani, che non hanno un commercialista di riferimento o sono impossibilitati a fare la coda all’ufficio tributi, abbiano un punto di riferimento di vicinato e a costo zero dove far verificare la richiesta del Comune.
A questo problema l’assessore Giovanni Crespi (foto in alto) sta trovando una soluzione: «Accolgo in pieno il suggerimento del consigliere Corrado – ha detto – anche se sulle cartelle sono specificate a chiare lettere le modalità di verifica delle richieste. Il suggerimeto è quello di appoggiarsi alle parrocchie soprattutto per quanto riguarda i quartieri periferici. Stiamo provvedendo». Sulla possibilità che vi siano irregolarità sulle cartelle con cifre superiori a 500 euro, comunque, l’assessore rassicura: «Le due società incaricate di verificare e riscuotere le somme richieste (Andreani e Assoservizi) sono molto serie e hanno eseguito questo tipo di lavoro presso grandi città come Firenze e Bologna».
Anche dal Pd arriva qualche critica con il consigliere Alessandro Berteotti che, invece, si preoccupa delle cartelle con cifre inferiori a 500 euro: «Da una verifica personale effettuata su alcuni di questi accertamenti mi risulta che la società abbia erroneamente attribuito i versamenti effettivamente regolarizzati dagli utenti (ad esempio: versati 178 euro, con tanto di ricevuta del bollettino, riportati nell’accertamento 159,60); inoltre, chi avesse provveduto ad un condono ed avesse versato quote aggiuntive sulle cartelle Esatri emesse, non ne ritrova traccia negli accertamenti. A seguito di questi fatti, ci sono persone che si ritrovano, a conti fatti, un addebito di qualche decina di euro, a fronte invece addirittura di un credito, se si ricalcola correttamente quanto versato. La procedura che viene indicata sui bollettini (prenotarsi solo un paio d’ore di mercoledì nel pomeriggio) dà inoltre l’impressione che si voglia rendere difficoltoso l’accesso dei cittadini al servizio, più che di favorirlo. Ancora: nel caso di ricorso occorre effetuare l’istanza in carta da bollo, il che significa dovere spendere sicuramente 15 euro circa per ricorrere magari per 20 o 30 euro, per cui il cittadino decide di soprassedere e paga, anche se in realtà dovrebbe essere rimborsato».
La replica di Giovanni Crespi è immediata: «La richiesta di rimborso, nel caso si verificassero errori, può essere effettuata senza l’utilizzo di carta da bollo – spiega l’assessore – basta compilare i moduli presenti sul sito del comune oppure all’ufficio tributi. Dunque non bisogna spendere soldi per riavere indietro quanto spetta al cittadino – dichiara Crespi che conclude – le due società Andreani e Assoservizi hanno stipulato un contratto col comune che assicura alle casse dell’amministrazione due milioni di euro in due anni anche qual’ora non trovassero nessun cittadino in debito con l’amministrazione. Questa clausola contrattuale dovrebbe garantire la serietà dell’amministrazione». Ma anche il contrario, verrebbe da aggiungere, dato che se non riuscissero in due anni a ricavare i soldi promessi al comune potrebbero rifarsi qua e là tra i contribuenti, attaccando qualche euro in più ad ogni cartella.
Berteotti, infine, sottolinea un altro aspetto: «Si tenga inoltre conto che molte persone hanno ricevuto la raccomandata diversi giorni dopo (da 15 a 20) la data di emissione presente sulla lettera, e questo grazie ai problemi che abbiamo con le poste in questi tempi. Nel documento viene imposto in 60 giorni il termine per effettuare l’eventuale contestazione, ma non è chiaro se la data da considerare sia quella dell’emissione del ruolo o quella della ricezione. Queste "piccole ingiustizie" sono altrettanto dannose e molto più frequenti dei casi citati dalla stampa»
Il Comune ricorda , inoltre , la scadenza del 20 gennaio per dichiarare le variazioni avvenute nel corso del 2009 in tema di residenza, aumenti di metrature o per qualsiasi fatto possa essere intervenuto nel corso dell’anno passato in materia di Tarsu.
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