Zoia: “In questi anni la sanità si è arricchita”

Il direttore generale dell'azienda di Busto Pietro Zoia traccia un bilancio di 12 anni di attività nella sanità varesina e del suo ultimo impegno a Busto

Il dottor Zoia insieme al governatore FormigoniDa dodici anni si occupa di sanità nel territorio di Varese. Conosce tutte e tre le aziende ospedaliere per essere stato direttore sanitario a Varese e Gallarate mentre da sette anni dirige quella di Busto, Tradate e Saronno.
Pietro Zoia , al suo ultimo anno a Busto (a dicembre verranno rinnovate tutte le cariche direttive della sanità lombarda) traccia il bilancio di questa sua esperienza, vissuta in un momento peculiare per la sanità che ha modificato profondamente il suo volto: «L’assistenza sanitaria è cambiata, si è arricchita. Ha investito in tecnologia, ricerca, professionalità. Nel contempo, però, tanti progressi sono coincisi con un aumento delle pretese da parte della persone che talvolta faticano ad accettare l’idea dell’inguaribilità fermo restando il nostro impegno a curarle tutte. Varrebbe la pena fermarci un attimo a riflettere. L’età media è in aumento ma ciò comporta una serie di problemi da affrontare».
 
Ma le polemiche sul numero dei posti letto in provincia sono, secondo lei, corrette?
«I posti letto sono sufficienti proprio perchè oggi la nostra sanità è profondamente diversa dal passato. Non è possibile fare paragoni. Bisogna solo riflettere in termini di appropriatezza».
 
E nella sua azienda come vanno le cose?
«In questi anni, l’azienda che dirigo è cresciuta in termini di tecnologia, di strumentazioni e di personale. Ognuno di questi capitoli può vantare innovazioni che ne hanno certamente migliorato la funzionalità. Dal punto di vista della forza umana, per esempio, credo di aver investito molto, coinvolgendo il personale in un nuovo modo di fare assistenza che è quello di "prendersi cura", dove al centro c’è il paziente. Ribadisco che nei nostri ospedali curiamo i malati e non le malattie. Nei nostri ospedali si trovano professionisti preparatissimi anche dal punto dell’umanità».
 
Il coinvolgimento del personale è una delle sue "fisse"
Abbiamo lavorato molto per far passare il concetto del "prendersi cura". Dietro al paziente c’è sempre una famiglia, che va seguita e ascoltata con la stessa delicatezza. Ho sentito che fosse mio preciso dovere far capire che questo sistema debba essere condiviso da tutti. Così abbiamo pensato ad una serie di eventi per sostenere questa filosofia. Rientra in quest’ottica la festa che si organizza ogni febbraio per ringraziare chi è andato in pensione, dove trova spazio anche il Premio all’eccellenza nella relazione con la persona assistita e quello sulla miglior tesi in questo ambito, un riconoscimento a chi ancora si prodiga in corsia».
 
E le tensioni su Saronno? Le velleità di indipendenza? È tutto rientrato?
« L’ospedale sta vivendo un periodo di crescita importante che sta ricevendo un plauso trasversale. Il fiore all’occhiello è la radioterapia. Abbiamo inoltre lavorato per realizzare un’azienda integrata, puntando sulla messa in rete di servizi e competenze e questo ha contribuito a rinsaldare i legami tra i tre plessi».
 
Se lei dovesse citare un’opera per ognuno dei tre ospedali, quale sceglierebbe?
«Domanda difficilissima perchè in questi anni sono state fatte veramente tante cose. Dovessi scegliere, però, direi a Busto l’ultima opera eseguita, cioè il recupero del padiglione Bizzozzero, e l’ampliamento del pronto soccorso, a Saronno la radioterapia, a Tradate il Pronto Soccorso e, potrà sembrare strano, la chiesa, costruita perchè voluta fortemente dalla gente e realizzata esclusivamente con il suo contributo».
 
Cosa ci dobbiamo aspettare in quest’ultimo anno di direzione?
«Innanzitutto, la progettualità non si chiuderà con il 31 dicembre 2010 ma proseguirà per continuare l’opera di ammodernamento e di miglioramento. Nei prossimi mesi,  assisteremo ad una serie di completamenti delle opere. In giugno, a Busto verrà installata la Pet Tac fissa, all’interno del padiglione centrale collegato alla medicina nucleare. Parallelamente ci sarà una struttura innovativa per il reparto di radiologia interventistica oncologica, un nostro fiore all’occhiello. A febbraio, inoltre, partirà il progetto per la ristrutturazione dell’ostetricia e ginecologia con l’avvio dei lavori per la realizzazione dei nuovi ambulatori. A Saronno, invece, verrà completato il padiglione chirurgico (i lavori si concluderanno a dicembre) che avrà tre piani completamente rinnovati. Nell’ex matasseria realizzeremo gli uffici amministrativi e gli alloggi per i cappellani. Rivedremo anche la portineria dove pensiamo di aumentare i servizi di informazione all’utenza. A Tradate inaugureremo tra qualche settimana il quinto piano del monoblocco chirurgico. Entro fine anno, inoltre, è previsto il completamento del nuovo laboratorio analisi con un punto prelievi nell’ex lavanderia, di più facile accesso. Entro fine anno termineranno i lavori del Laboratorio Analisi e si comincerà con la realizzazione della nuova Dialisi. Ci sarà, poi, a fine marzo l’apertura del cantiere per l’installazione della risonanza magnetica fissa da un tesla e mezzo. Inoltre, sono in fase di progettazione esecutiva una serie di opere per complessivi 18 milioni di euro, suddivisi nei tre plessi. A Saronno la nuova Nefrologia e Dialisi, la Neurologia e l’Ostetricia e Ginecologia nel padiglione Verde, a Busto la ristrutturazione di altri tre piani del padiglione Polichirurgico, mentre a Tradate sono in programma la prosecuzione della ristrutturazione tre piani del Pad chirururgico e della day surgery>>.
 
E per il personale. Ci sono novità?
«In questi giorni completeremo la messa in ruolo per 86 persone tra infermieri, Oss e tecnici. Stiamo facendo i concorsi per i primariati: le pediatrie di Busto e Tradate, le nefrologie di Busto e di Saronno-tradate, l’oncologia e la psichiatria di Busto, l’otorino di Saronno-Tradate e la cardiologia di Tradate.
 
E dopo tutto ciò? Cosa vuole fare in futuro?
«Vorrei ancora lavorare sul "campo" e portare il mio contributo alla sanità. In effetti, è un lavoro totalizzante e difficile, ma ti dà anche modo di stare in mezzo alla gente, ricevere un sorriso e un complimento e questo ti ripaga di ogni sforzo».

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Pubblicato il 26 Gennaio 2010
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