Al funerale di Carla il sindaco piange dal pulpito
Il delitto delle mani mozzate: le esequie della vittima seguita con grande partecipazione popolare

Frammenti di un pomeriggio importante per Cocquio Trevisago, il paese che ha dato l’ultimo saluto a Carla Molinari, uccisa il 5 novembre nella sua villetta. Monsignor Luigi Stucchi ha pregato per la donna e ha detto ai suoi concittadini che è arrivato il momento di «chiudere questo capitolo doloroso e angosciante». Don Ervè Simeoni ha invitato alla comprensione e al pentimento e ha chiamato sul pulpito il sindaco, visibilmente emozionato. Mario Ballarin ha pronunciati frasi rotte ed è scoppiato a piangere alla fine del suo intervento. Alla cerimonia hanno assistito i parenti, i cugini, alcuni consenti e amici ma soprattutto tanta gente comune: la giunta comunale, il vicario arcivescovile don Stucchi, che ha concelebrato, e una nutrita rappresentanza degli investigatori che hanno condotto l’inchiesta; la squadra mobile prima di tutto (con il questore) e la polizia locale del medio Verbano. Erano presenti anche i carabinieri della stazione locale.
Ma è stato soprattutto il lungo corteo di gente che ha accompagnato la salma fino al cimitero a dare, definitivamente, la sensazione della partecipazione popolare, di un paese che, come ha ricordato il sindaco, non conosceva a fondo la vittima, ma ha imparato in questi mesi, in qualche modo, a volerle bene, perché «non meritava di morire così».
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