Alberghi in calo, una risposta di qualità

Parole d’ordine: non abbassare la qualità, riqualificarsi, formazione continua

A Varese ci sono 172 alberghi, 5818 camere, 11.337 posti letto. La redditività per camera è scesa del 25% in un anno, i prezzi medi sono scesi del 20% l’occupazione camere solo del 6%. Rispetto ad altre zone aeroportuali, Varese e Malpensa hanno perso ma non sono crollate. I ricavi delle camere vendute scendono ma l’occupazione delle camere rimane costante, e anche la domenica, sta cominciando a diventare accettabile. Federalberghi ha deciso di investire in formazione, soprattutto per quei lavoratori che sono in cassa integrazione. Camera di Commercio ha stanziato 800mila euro per il settore. Mentre ci sono 7 milioni di euro che le aziende stanzieranno nei prossimi due anni per migliorarsi, approfittando anche dei fondi regionali, che puntano ad esempio sulla green economy. Parola d’ordine. «Non abbassare la qualità, riqualificarsi, formazione continua». Tra le iniziative, il corso per sommelier, il tavolo con Sea per migliorare l’accessibilità aeroportuale, la richiesta di un collegamento diretto tra Varese e Malpensa. Bus elettrici per lo shopping, web check in negli alberghi.

E’ stato un anno nero per il settore, ma gli imprenditori varesini contano nella ripresa e sperano nell’Expo. Al di là delle manifestazioni formali di ottimismo, Federalberghi sa di avere ancora tante carte da giocare. Buone infrastrutture, i laghi, l’aeroporto. Ma non basta. Guido Brovelli (Federalberghi, nella foto con la moglie) Sergio Bellani (Uniascom) Delio Riganti (Camera di commercio) pensano che in futuro bisognerà “vendere” Varese insieme agli altri laghi. «A un turista americano non interessa in quale sponda del lago siamo – spiega Bellani – ma vuole avere servizi». Secondo Brovelli, per fare business bisogna «vendere emozioni, e questo lo si fa rendendo ospitale un territorio. Ma anche creare opportunità, come dare la possibilità di offrire una passeggiata sul Ticino, una gita sul lago, a Como, o nelle altre città della regione, perché la nostra vera ricchezza è presentarsi, nel mondo, come  le regione dei laghi». Delio Riganti è convinto che «la gente debba sapere che può andare a vedere la villa di  George Clooney come può girare per i laghi, fare sport, giocare a golf».

Per raggiungere l’obiettivo, gli albergatori sperano la nuova Agenzia del turismo che dia una linea uguale per tutti e che il consorzio Varese Turismo possa cominciare a vendere dei pacchetti ben organizzati e mirati. «Il turismo a Varese e dintorni è sempre stato business – spiega Brovelli- le camere si riempivano fino al venerdì, ma adesso dobbiamo cambiare passo. La crisi è dura ma ci sta anche insegnando qualcosa, non possiamo più fare da soli, ci vuole una sinergia con gli altri territori dell’Insubria». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Febbraio 2010
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