Bergamaschi: «I tempi del Pronto Soccorso migliorano»

Il direttore generale dell'ospedale di Varese risponde al consigliere comunale del Pd Mirabelli che ha criticato l'organizzazione dell'emergenza

Il documento del consigliere Fabrizio Mirabelli contiene alcune importanti inesattezze, sulle quali riteniamo opportuno fare una serie precisazioni che peraltro lo stesso consigliere dovrebbe già conoscere, vista la risposta data dall’Azienda Ospedaliera a una sua interrogazione consiliare.  L’assistenza offerta dal Pronto Soccorso di Varese ai cittadini non è affatto ‘imbarazzante’ ma accurata e completa, grazie anche alle tecnologie dedicate all’urgenza rese disponibili con il nuovo Ospedale. Ogni paziente che accede al nostro PS riceve infatti in media 10 prestazioni diagnostiche/terapeutiche, numero che pone il livello di assistenza in urgenza della nostra Azienda fra i più alti della Regione.

Per limitare i tempi di permanenza in attesa di ricovero è stato attuato un piano di interventi che ha previsto nuove procedure organizzative di presa in carico dei pazienti e garantisce l’accesso prioritario dei pazienti urgenti rispetto a quelli programmati. Negli ultimi 18 mesi, sono stati attivati 30 nuovi posti letto in area medica, dove più alta è la pressione di richiesta di ricovero, di cui 20 a Varese e 10 a Cittiglio. Sono stati adottati anche ulteriori interventi per migliorare la permanenza in Pronto Soccorso dei pazienti in attesa di ricovero tenuti in osservazione durante la notte.  Al piano descritto si è associato un sistema di monitoraggio che permette di “tracciare” il percorso del paziente in Pronto Soccorso. Dai dati rilevati negli ultimi mesi si registra un miglioramento significativo dei tempi di presa in carico dei pazienti avvenuto in relazione alle azioni poste in essere.

Evocare Guantanamo significa imprimere nei cittadini l’immagine di una prigione nella quale venivano torturate delle persone: riprendere queste espressioni per descrivere la sede qualificata per assistere dei pazienti non solo è un insulto per l’ospedale e per chi opera ogni giorno al Pronto Soccorso, ma contribuisce a generare una sensazione di insicurezza che non ha niente a che vedere con la realtà.  Partendo da una posizione di rispetto e di consapevolezza della complessità e della delicatezza del tema in discussione, sarebbe invece possibile mantenere quel positivo clima che dentro e fuori l’Ospedale, ha permesso in questi mesi di operare dei positivi cambiamenti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Febbraio 2010
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