Con la Yamamay nella città dei palazzi

Le "farfalle" della pallavolo sono impegnate domenica sera (20,30) nella città emiliana. L'occasione per una visita approfondita, tra le bellezze artistiche e la grande cucina dove spiccano gli imperdibili "pisarei e fasö"

Una partita in programma alle ore 20,30 permette di raggiungere in largo anticipo la città dove si disputa l’incontro sportivo. È il caso di Piacenza, dove domenica 7 febbraio scenderà in campo la Yamamay Busto Arsizio per la 15a giornata della Serie A1 di pallavolo femminile.
La distanza chilometrica è più che abbordabile: passare una giornata nella città emiliana è senz’altro consigliato, magari accompagnando la visita in uno dei ristoranti che propongono prelibatezze con pochi rivali anche nella fertile pianura padana.

La città dei palazzi ha una storia antichissima. Piacenza, inizialmente battezzata Placentia, è stata un’antica colonia romana fondata nel 218 a.C. Durante il medioevo il borgo apparteneva al ducato di Milano, poi ai Visconti e agli Sforza. Il suo massimo splendore fu però toccato con l’avvento della famiglia Farnese. La dinastia del ‘500 costituì il Ducato di Parma e Piacenza e la città si arricchì di monumenti importanti e artistici. Piacenza offre un itinerario di monumenti costruiti in varie epoche dal medioevo e più precisamente dal gotico al rinascimentale. Nella città non mancano infine edifici storici risalenti all’architettura settecentesca. 

 
Da visitare – Uno dei simboli della città è il Duomo costruito, tra il 1222 ed il 1233, sui resti di una antica basilica paleo cristiana, in stile romanico-padano in cui si avvertono gli elementi gotici dell’epoca.
Tra gli altri monumenti segnaliamo la Basilica di S. Antonino, la Chiesa dei Cappuccini, con opere del Guercino, del Malosso e del Fiamminghino, la Chiesa di S. Sisto che ha ospitato la Madonna di S. Sisto di Raffaello che nel ‘700 venne ceduta al Re di Polonia e ora conservata a Dresda 
Il Palazzo del Comune, detto "il Gotico", risale al 1281 e ospita ora i importanti esposizioni. Piazza Cavalli prende il nome dalle due statue equestri dei Farnese e raffigurano i duchi Ranuccio I e suo padre Alessandro. 
 
pisarei gastronomia piacentina Da gustare – La cucina piacentina offre alcuni piatti molto rinomati: ricette fatte di ingredienti poveri ma tra le più apprezzate della nostra gastronomia. Come i tortelli alla piacentina (con le code, ovvero chiusi "a caramella" secondo l’abitudine cittadina, quadrati in provincia) e i pisarei e fasö. Quest’ultimo è il piatto tipico per eccellenza: si tratta di gnocchetti fatti di pasta di pane e conditi con un sugo saporito a base di fagioli, pancetta o guanciale e pomodoro. Da provare… 
La gastronomia piacentina può vantare inoltre una ricca tradizione legata all’agricoltura e all’allevamento: prestigiosi sono i salumi dei quali i tre più famosi, contrassegnati dal marchio DOP, sono il salame piacentino, la coppa piacentina e la pancetta piacentina. Il Piacentino è l’unica provincia italiana ad annoverare ben tre salumi DOP. Si consiglia di accompagnarli con il tipico gnocco fritto. Infatti diversi sono i vini prodotti sui colli piacentini, tra i quali vini bianchi come: Malvasia, Ortrugo, Trebbianino Val Trebbia; e vini rossi come: Bonarda, Gutturnio e Barbera. 

Dove mangiare – Ecco alcuni locali consigliati: Trattoria dell’Angelo di via Tibini 14 è la più antica trattoria di Piacenza ancora in attività: si hanno notizie della sua esistenza risalenti a più di due secoli fa. Un altro locale storico è la Trattoria Carrozza di via X Giugno 122. Segnaliamo infine la trattoria "Da Ennio" a Caorso dove è possibile gustare, in un ambiente curato ed elegante, tutti i piatti della gastronomia locale.
Per chi invece è alla ricerca di un posto per dormire, segnaliamo le offerte Last Minute.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Febbraio 2010
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