Da Santoro a Facebook No ai bavagli prima del voto

Un regolamento blocca i programmi di approfondimento a ridosso delle elezioni. Dure le reazioni dei conduttori e la protesta sbarca sui social network. Voi cosa ne pensate?

ballarò regolamento rai talk show elezioniGiovedì senza "Anno Zero", martedì senza "Ballarò" e venerdì senza "L’ultima parola"? Dipenderà dai temi trattati e dalla volontà di conformarsi alle rigide regole della par condicio nell’ultimo mese prima delle elezioni. Il regolamento che ha ottenuto il via libera dalla vigilanza Rai in vista delle regionali del 28 e 29 marzo, bloccherebbe di fatto le trasmissioni politiche a ridosso del voto. Una decisione che, com’era prevedibile, ha scatenato le polemiche tra conduttori e telespettatori dei talk show più seguiti. Da Bruno Vespa a Michele Santoro, senza differenza di vicinanza politica, i giornalisti si sono schierati a difesa della libertà di scelta di quanto mandare in onda durante le proprie trasmissioni. 

 
I commenti – La decisione non piace ai conduttori ma nemmeno alle forze politiche di opposizione: il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha dichiarato: «La decisione va rivista, perché tocca profili di libertà. Quella della maggioranza è la posizione di chi vuol ovattare la realtà e nascondere i problemi». Reazioni dure arrivano anche dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana: il segretario dell’Usigrai Carlo Verna ha chiesto ”una giornata di sciopero dei giornalisti Rai ” che ”cadrà non prima di quindici giorni secondo la legge sul servizio pubblico”.
 
par condicio rai annozero ballaròIl "no" dei conduttori – Michele Santoro ha definito le nuove regole "un abuso di potere che non ha alcun fondamento legale" mentre Bruno Vespa ha  commentato: «Trovo molto grave l’azzeramento dei programmi informativi prima delle elezioni e spero – sottolinea – che ci possano essere degli spazi di mediazione». Critico anche Giovanni Floris: «Siamo davanti all’ingordigia della politica che si mangia l’editore, l’azienda, i conduttori, i giornalisti e anche gli ospiti. Oltre, naturalmente, ai telespettatori che pagano il canone. Esistono i programmi appositi che assicurano spazi alle parti politiche, ma queste ultime vogliono di più, e pretendono di occupare trasmissioni di successo sperando che il pubblico resti incollato alla fascia oraria, a prescindere da quello che va in onda».

La protesta su Facebook – Senza le "litigate" politiche dei talk show non vuole stare nemmeno il popolo di Facebook che ha creato gruppi a difesa dei programmi di approfondimento. Come "NO al nuovo regolamento RAI sulla par condicio" e "Giù le mani da Ballarò e da Annozero". Ma c’è nel social network pure chi delle trasmissioni politiche sotto elezioni farebbe anche a meno, questo è da segnalare, comunque per "par condicio".

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Febbraio 2010
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