Dalla fabbrica al museo per vestire l’arte
L'accordo sintesi della città che si rinnova, passando dal tessile alla cultura: "A Gallarate abbiamo la testa e il cuore" spiega Rina Garda, presidente dell'azienda
Un’azienda conosciuta in tutto il mondo, ma che ha le sue radici a Gallarate. E non è solo il nome Yamamay che campeggia sulla grande sede di via Carlo Noè: alle spalle c’è la storia imprenditoriale della Garda, l’azienda tessile che ha lanciato il marchio in collaborazione con la famiglia Cimmino. «Yamamay ha il cuore e la testa a Gallarate – sintetizza la presidente Rina Garda – una città a cui mi sento particolarmente legata, qui sono nata e cresciuta». L’accordo tra il marchio d’intimo e moda sembra quasi la sintesi della storia cittadina, che in trent’anni ha saputo passare, non senza passaggi dolorosi, da centro industriale fondato sul settore tessile a polo che vuole fare della cultura, nelle sue diverse forme, il motore dello sviluppo. Senza dimenticare, appunto, il legame forte con il settore produttivo. «La città – continua la Garda- ha investito tanto in cultura, il MAGa darà lustro alla città intera e al nome di Gallarate. Come azienda abbiamo deciso istintivamente, con piacere, di sostenere la Fondazione».
L’accordo presentato oggi è particolarmente rilevante, considerato anche il momento di crisi che tocca il mercato e che frena la partecipazione delle aziende alla vita del territorio. «In questo quadro di difficoltà economica – rileva con soddisfazione la presidente – noi siamo una mosca bianca, che non sta attraversando nessuna crisi e che vede confermate le previsioni di fatturato. E quello che apriamo oggi è un bel binomio di nomi sul territorio». Un rapporto forte con la realtà locale costruito anche attraverso le sponsorizzazioni sportive a Busto e Varese, rafforzato dall’accordo che porterà il MAGa di Gallarate in tutta Italia. Tra gli strumenti prescelti ci sarà anche un «maxitelo raffigurante una delle opere di Amedeo Modigliani che faranno parte della mostra inaugurale prevista a marzo». Sarà esposto proprio sul quartier generale di via Carlo Noè: al posto di una modella di oggi, vestita con i capi Yamamay, ci sarà la modella ritratta da Modigliani negli anni venti..
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