Emergenza firme per la candidatura dei radicali:”Ne mancano 2mila”
La scadenza si avvicina e i candidati sono preoccupati: "Noi l'unico partito che le raccoglie ancora legalmente"
«È un regime» che per inerzia e omissione sta ostacolando la candidatura del Partito Radicale Lista Bonino/Pannella alle elezioni regionali di Marzo. A denunciarlo è stato il capolista lombardo Marco Cappato, a Varese per presentare i candidati Marcello Crivellini, Giovanni Bonsignore e Valerio Federico (Foto a sinistra).
La questione è delicata perché i termini di consegna scadono il 25 febbraio e solo in provincia di Varese devono essere raccolte 2000 firme, 160 mila in tutta Italia.
«Quello che manca – denunciano – è soprattutto il servizio pubblico di autenticazione delle sottoscrizioni, che dovrebbe essere garantito da cancellieri, giudici di pace, funzionari comunali e provinciali, oltre agli eletti negli enti locali, ma che tuttora non ci è stato fornito».
Insomma, i tempi stringono e quelle firme vanno trovate, altrimenti a marzo il simbolo giallo di Emma Bonino mancherà dalla schedina elettorale. «Si può firmare nei comuni o nei nostri gazebo nelle piazze» ricordano i candidati.
Sono sei per la provincia di Varese, tra i quali il varesino Valerio Federico. A guidarli è Marco Cappato, volto noto del partito radicale.
Alle elezioni lombarde corrono da soli, senza quell’alleanza con Pd e Idv che invece si è realizzata in altre regioni d’Italia. «La scelta era stata presa al congresso del partito Radicale molto tempo fa – spiega Cappato – quindi così doveva essere in tutta Italia e così sarà in Lombardia. Abbiamo scelto altre strade solo in alcune regioni particolari: in Lazio sono stati gli altri partiti a sostenere Emma Bonino e quindi ci siamo adeguati, e in Piemonte abbiamo deciso per senso di responsabilità di sostenere una buona governatrice uscente come la Bresso e soprattutto evitare che la Regione finisse nelle mani della Lega di Cota».
In Lombardia pertanto andranno da soli così come era stato deciso. L’aspirazione è rappresentare l’alternativa, al «blocco di potere che fa perno su un accordo tra Bossi e Formigoni, e cioè fra la Lega e un movimento ecclesiale, affarista e anticoncorrenziale» che da 15 anni governa la regione.
I candidati non fanno giri di parole, «in Lombardia governa Comunione e Liberazione», un sistema di potere che «blocca la concorrenza e eroga finanziamenti e poltrone solo agli amici». Dalla sanità agli enti pubblici, secondo i radicali, si sarebbe formata negli ultimi quindici anni un’incrostazione di potere che controlla nomine e denaro della Regione senza neanche passare dal consiglio regionale. «Basta guardare cosa avviene nella sanità – racconta Marcello Crivellini, docente universitario presso il Politecnico di Milano, e candidato alle regionali – La gestione sanitaria formigoniana è tutta concentrata sugli ospedali perché sono centri di appalti e nomine, non è un mistero che i dirigenti delle aziende sanitarie e i primari siano per la maggior parte ciellini. Questo avviene a scapito dei servizi extraospedalieri e naturalmente di tutti i professionisti della medicina esclusi dai concorsi per la sola colpa di non fare parte di quel movimento ecclesiale».
«La Lombardia – prosegue Crivellari – ha un piano sanitario che è scaduto e deve essere ridiscusso e rinnovato, e il governatore continua ad agire in deroga attraverso circolari e delibere prive del controllo democratico».
Obiettivo della lista è riportare al centro dell’attenzione «quella rivoluzione liberale e meritocratica» che il movimento sogna da sempre, i cui punti principali sono: la riforma presidenzialista e federalista delle istituzioni; l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti («già eliminato e poi reintrodotto e triplicato dai partiti di Roma guidati dalla Lega Nord»); l’istituzione di un anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati nelle cariche pubbliche o negli enti pubblici e la legalizzazione dell’eutanasia.
Adesso però servono innanzitutto le firme, o meglio le pre-firme poichè non sono un impegno di nessun tipo, servono solo per validare la candidatura del partito alle elezioni.
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