Il Carnevale porta la primavera
Viale Duca d'Aosta è diventato... un sambodromo alla polenta e bruscitti: e intorno ai carri tanti bambini entusiasti. Festeggiato speciale Giovanni Sacconago
Col carnevale torna la primavera: un successone la sfilata dei carri. Felice la giornata, finalmente soleggiata e mite grazie al foehn che giocava con i coriandoli sull’asfalto, azzeccata la scelta di confermare la sfilata in viale Duca d’Aosta, tra due ali di folla e una marea di bambini quale raramente si vede al di fuori delle scuole. Maschere e costumi ovunque: più quelli, tirchi o pigri, che non avendo altro sottomano si sono travestiti da se stessi. Accolti con calore i carri che hanno sfilato avanti e indirto per il lungo vialone, oggi misericordiosamente risparmiato dal solito traffico -con qualche problema per la viabilità alternativa, è pur sempre sabato pomeriggio. Colori e strumenti, bande e coriandoli, bombolette spray e piccoli Batman, carri di tutti i tipi: si è visto un po’ di tutto.
I trattori, a perenne ricordo delle radici contadine dei borghi d’un tempo, i carri colorati dalla fantasia di giovanissimi e meno giovani, carichi di bambini e di allegria. C’era quello della materna Bianca Garavaglia, dedicato ai Tre Porcellini; delle scuole Fiorini; della parrocchie – Brughetto Santa Croce col suo incorreggibile Lupin, sempre invano inseguito dall’ispettore Zenigata, San Giuseppe con i suoi Egizi, le sue Cleopatre e la sua Sfinge, l’oratorio San Filippo con un vascello ufficialmente di esploratori ma che faceva molto pirati; il Villaggio Globale in Festa de Il Canestro con le sue casette e i suoi costumi le musiche a tema multietnico; il carnevale su pattini a rotelle "firmato" International Skating. E ci scusiamo con tutti quelli che non ricordiamo.
Al concorso dei carri si è imposto quello dedicato alle avventure cartoon di Lupin III – c’era da scommetterci: anche perchè se non avesse vinto, il samurai Goemon avrebbe fatto a fette la giuria con la sua katana. Per non fare totrto a nessuno, premi sono piovuti come stelle filanti anche su altri carri. Il Carnevale su pattini si è aggiudicato quello peril sincronismo dei movimenti, il Villaggio Globale de Il Canestro quello per le musiche "etiniche", il carro dei Tre Porcellini (materna Bianca Garavaglia)per i costumi, gli esploratori di San Filippo per l’effetto scenico, e così via.
E c’era, su un carro appositamente riservato a lui, Giovanni Sacconago, il patron della Famiglia Sinaghina, e quindi del Carnevale bustocco, che non poche amarezze ha dovuto mandare giù ultimamente. Lo sono venuti a prendere quasi a tradimento: una sorpresa, un regalo, lui era il "re" oggi, aveva diritto alla sua dose di applausi e di coriandoli. Anche il sindaco, lasciando da parte ogni polemica (da tempo l’associazione cerca spazi in condizioni dignitose per i suoi carri, ma l’offerta di MalpensaFiere, troppo lontana, non è stata accettata), è venuto a stringergli la mano.
Chi ha tante primavere alle spalle e chi ne ha pochissime. Perchè il Carnevale , la festa che rovescia e ribalta tutto, è una celebrazione della rinascita, della vita che continua e si rinnova. E quindi, per eccellenza, la festa dei bambini. Che riconquistano una strada negata dal traffico, si incontrano non solo fra i banchi di scuola, si rincorrono truccati e mascherati da Batman, da fatine, da angeli e diavoli, da cosacchi o da cowboy, lanciandosi coriandoli e spruzzandosi con le bombolette – o, agghindati con completini che li fanno somigliare a teneri peluches, occhieggiano dalle spalle del papà o dal marsupio di mamma, quasi chiedendosi il perchè di tutto questo… tramBusto.
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