Il miglior vino lombardo riunito a Villa Panza
E' stata la villa del Fai ad ospitare quest'anno il Galà dei migliori vini di Lombardia. A stravincere il bresciano, ma si confermano al top anche Valtellina e Oltrepo' pavese. Sorprese da Mantova e Bergamo
Una valanga di vino bresciano (dalle bollicine di Franciacorta al botticino) parecchia Valtellina e un pizzico di Oltrepò pavese: la tappa lombarda del gran galà viniplus 2010 ha visto protagoniste queste tre terre di vini lombarde. E per celebrarle ha scelto una delle più belle ville varesine. E’ stata villa Panza infatti ad ospitare quest’anno il Galà dei migliori vini di Lombardia, cerimonia che conclude tradizionalmente il progetto Viniplus inaugurato lo scorso novembre con la presentazione dell’omonima Guida giunta alla sua quinta edizione.
La settecentesca villa di proprietà del FAI ha fatto da cornice al banco d’assaggio dei vini selezionati. Ventisette menzioni tra le migliori aziende di Lombardia, tre premi a dei vini, e un premio Speciale, "Il Sano", che premia la produzione nel suo complesso. Un premio che anche quest’anno è andato in Valtellina: più precisamente all’Azienda Agricola FAY di San Giacomo di Teglio che, a giudizio della commissione, riassume la qualità complessiva della produzione e la filosofia richiesta dal concorso Viniplus: un’etica produttiva orientata al "sano, buono ed equo".
I tre premi Tastevin – Oro, Argento e Bronzo – quelli che Viniplus e l’associazione italiana sommelier dedicano alle migliori etichette dell’anno, in questa edizione 2010 hanno premiato Franciacorta, l’Oltrepò Pavese e Garda bresciano. La provincia di Brescia si aggiudica quindi due riconoscimenti su tre, tra le etichette: il tastevin oro è andato al Franciacorta Extra Brut Comarì del Salem 2004 di Uberti, uno spumante tanto importante da ricordare i sapori francesi. IL tastevin argento invece è andato al Pinot Nero Oltrepò Pavese 2005 de Le Fracce, mentre il tastevin di bronzo se l’è aggiudicato un vino che promette di essere il prossimo trend: il Chiaretto Garda Classico Molmenti 2007 di Costaripa, un vino rosato vellutato e di gran carattere, ancora poco noto ai più ma destinato a far parlare di sè.
Le 27 Menzioni Speciali sono state assegnate ad altrettanti vini scelti dai sommeliers lombardi come i più rappresentativi della produzione regionale. Anche per le Menzioni Speciali le province di Brescia, con Franciacorta, Lugana e Garda Classico, di Pavia, con l’Oltrepò, e di Sondrio, con la Valtellina, confermano la propria supremazia. Ma anche Bergamo e Mantova sono state rappresentate, da due menzioni ciascuna. Tra le due menzioni mantovane una era relativa a un Lambrusco. Nessuna menzione alla giovane viticoltura varesina, ma un posto tra le degustazioni più blasonate.
«Dopo Milano, Lodi, Monza, Cremona e Roma, L’AIS Lombardia è stato protagonista quest’anno a Varese – continua Bandirali – per rimarcare l’importanza di portare all’attenzione di un pubblico sempre più vasto la qualità e la bontà delle migliori etichette lombarde e avvicinare il consumatore alle numerose realtà produttive eccellenti che la nostra regione sa offrire».
La scelta della provincia varesina per le premiazioni di quest’anno è in più avvalorata dall’affermazione in campo vinicolo della recente denominazione IGT Ronchi Varesini, dallo scorso anno inserita nella Guida Viniplus. «Sono particolarmente felice – dichiara Luca Daniel Ferrazzi, Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia – che questo importante momento per i vini lombardi trovi ospitalità proprio a Varese. La Provincia che con la nuova IGT Ronchi Varesini entra nel circuito dell’enologia regionale, oggi ha modo di riunire il meglio delle nostre etichette, dalle zone storiche e pluripremiate di Franciacorta, Garda, Oltrepò Pavese e Valtellina, fino alle realtà emergenti del Mantovano e della Bergamasca. Registriamo oggi, assieme ad Ascovilo e agli amici di AIS Lombardia, un’altra tappa di successo verso la promozione del sistema dei vini regionali che vorremmo vedere conquistare sempre più spazio anche sulle carte dei nostri ristoranti. Vini che, ci piace ripetere, non sono uguali a nessuno».
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