La fatica di far camminare i progetti

Dalle difficoltà di dar seguito alle ultime proposte il segno della crisi della Comunità di lavoro transfrontaliera

Ha quindici anni di vita e rappresenta un territorio importante, ma la Regio insubrica ha sempre fatto molta fatica ad essere percepita come una vera Comunità di lavoro transfrontaliera. La nostra città ha ospitato diversi momenti di confronto e gli ultimi tre presidenti di provincia sono stati a turno anche ai vertici di quella realtà. Dario Galli è il presidente di turno attuale e l’ultima riunione ufficiale del comitato direttivo e dell’assemblea dei soci in cui si è approvato il bilancio delle attività ha avuto sede a Villa Ponti il 18 maggio scorso.
Nel documento ufficiale, tra le varie analisi si legge che "per quanto riguarda la Comunità di lavoro Regio Insubrica, dispiace constatare che questo strumento, voluto e costruito su base consensuale e federalista dai suoi membri di diritto come piattaforma aperta a tutti i soggetti (istituzionali e non) che intendono promuovere e attuare la cooperazione transfrontaliera, soffra spesso di una mancanza di partecipazione attiva e propositiva proprio da parte dei suoi “padri fondatori”. Sembra di percepire il timore che un’azione comune nell’ambito della Comunità di lavoro, possa comportare la perdita di determinate prerogative decisionali e di visibilità individuale. Eppure l’indipendenza da considerazioni di carattere ideologico o partitico, il principio di volontarietà su cui si fonda e la finalità unica di promuovere la collaborazione transfrontaliera che la Comunità di lavoro ha sempre offerto, sono le migliori garanzie della possibilità di svolgere un lavoro mirato.
Viene spesso ricordato che la Comunità di lavoro Regio Insubrica è stata voluta come una struttura ultraleggera, dai costi e dall’organico ridotti. Un calcolo semplice, ma estremamente suggestivo ci dice che il costo o l’investimento medio dei territori che costituiscono la Comunità di lavoro Regio Insubrica dedicato a questo strumento di cooperazione transfrontaliera è di ca. EUR 0,09/CHF 0,13 per abitante. Queste cifre potrebbero anche far pensare che quella apprezzabile volontà iniziale rischia di rivelarsi un espediente che tradisce la mancanza di una volontà politica minima indispensabile a dare credibilità, concretezza e visibilità all’azione della Regio Insubrica.
A queste condizioni, ha evidentemente gioco facile chi (e tra di essi diversi organi di informazione che mostrano deficit di attenzione alquanto sospetti), di tanto in tanto ama chiedere con una scontata provocazione: a cosa serve la Regio Insubrica, cosa fa la Regio Insubrica? La Comunità di lavoro fa quello che viene messa in grado di fare e, come già chiosammo lo scorso anno: se la palla va spesso sulla rete, bisogna iniziare a pensare che non può sempre essere colpa della racchetta".
Tra le iniziative ultime proposte si potrebbero citare la cooperazione nell’ambito della promozione turistica e territoriale con il progetto Insubria Lakes&Alps e la relativa dichiarazione d’intesa, o la proposta di una Film Commission transfrontaliera o ancora quella di un paniere comune dei prodotti tipici insubrici, parola che tanto sembra piacere da questa parte del territorio, meno in Ticino, viste le richieste di cambiarla con una dicitura meno “connotata”.
Ancora, c’è la variante proposta nell’ambito della logistica con il progetto Insubria Logistic su Como e Chiasso, o i tentativi reiterati negli anni di costituire e fare lavorare un tavolo transfrontaliero attorno al delicato tema dei trattati bilaterali e della reciprocità nella loro applicazione o ancora di definire un minimo comune denominatore nell’ambito del riconoscimento dei titoli di studio e dei percorsi di formazione. A proposito di questi ultimi due temi, oggetto del convegno del 18 Maggio 2009 a Varese, per i quali la Svizzera aveva chiesto espressamente in quell’occasione un aiuto alle province italiane che siedono alla Regio Insubrica… a proposito di questo il Ticino ci vuole rassicurare. Stanno facendo da loro, da soli, senza le province, ma ringraziano.
Un’altra delle iniziative più recenti riguarda l’istituzione di una giornata insubrica del verde pulito, progetto già attuato negli anni scorsi in grado di coinvolgere Como, il Ticino e Varese. Provincia che, da due anni, non ha prodotto nemmeno un Comune, su 141, con la volontà di partecipare a questo progetto, fatto che sembra aver suscitato commenti stupiti da parte dei partner ticinesi e comaschi coinvolti nel progetto. E l’elenco degli stimoli a cooperare in modo creativo ma concreto usciti in questi anni da quella che poteva o doveva essere un’“officina” di cooperazione potrebbe continuare.
Ora si parla di rilancio, ma anche di troppa ingerenza della politica. Nelle prossime settimane si saprà come potrà evolvere la situazione.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Febbraio 2010
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